Morte del carabiniere alla stazione di Caserta, per il Gip non è stata colpa del ladro
La morte vicebrigadiere dei carabinieri Emanuele Reali, 34 anni, morto investito da un treno a Caserta il 6 novembre scorso mentre inseguiva un ladro, non è imputabile al malvivente.

La morte vicebrigadiere dei carabinieri Emanuele Reali, 34 anni, morto investito da un treno a Caserta il 6 novembre scorso mentre inseguiva un ladro, non è imputabile al malvivente. Il gip ha stabilito che la morte del carabiniere Emanuele Reali, investito da un treno a Caserta mentre inseguiva un ladro, non è da imputare al malvivente. Il ladro resta in carcere per furto pluriaggravato e resistenza a pubblico ufficiale, ma il giudice ha escluso l’accusa di morte come conseguenza di altro reato. Il gip Nicoletta Campanaro ha escluso che la morte del militare dell’Arma sia avvenuta come conseguenza della fuga di Pasquale A., 24 anni, sui binari della ferrovia. Come si legge nell’ordinanza “le indagini hanno evidenziato che il vice brigadiere Reali ha optato per un percorso diverso rispetto al ladro, scegliendo una via d’accesso alla ferrovia alternativa all’inseguito”. In sostanza, secondo il giudice, il carabiniere avrebbe perso il contatto visivo con il ladro, optando quindi per un percorso diverso: sarebbe stata quindi la scelta autonoma del vicebrigadiere a determinare la tragica fatalità. La Procura di Santa Maria Capua Vetere, titolare delle indagini, aveva invece insistito sul fatto che la fuga del ladro e la morte di Reali fossero per forza di cose concatenate.