Lun. Giu 5th, 2023

L’epidemia ci ha insegnato che il potere politico può condizionare la libertà dei cittadini superando anche la perfetta costituzione italiana. Sono passati due anni dal virus di Wuhan e siamo ancora alle prese con un covid che sembra non voglia lasciaci in pace. O forse non vogliono che ci lasci?

Questa avventura epidemica sembra non fa piacere al potere politico italiano che ci lasci. Morto un Covid se ne fa un altro. L’importante è che si crei allarmismo e che si parli di vaccini, visto che la ricetta ha funzionato perfettamente. Ed ecco che in questi giorni impazza un nuovo virus, il “super raffreddore” che proviene dall’Australia. E gli esperti già dicono essere “più pericoloso del Covid”. E chi in questi giorni si sente così così, subito si chiede “ma è Covid o raffreddore? Si tratta di Sars-Cov-2 o influenza?”. E via con una nuova ondata di tamponi. Come spiga però Il Giornale, “in questo periodo, in Italia non circola soltanto la subvariante Omicron 2 che fa parlare di sé quotidianamente ma anche un’influenza intestinale, chiamata anche ‘gastroenterite virale’, causata dai Norovirus e i Rotavirus”. E, appunto, il “super raffreddore”. Ma di che si tratta? L’allarme è partito dall’Australia, dove si è registrato un focolaio importante di persone affette da quello che è stato definito un “super raffreddore”. Questa nuova malattia è apparsa per la prima volta nel Regno Unito lo scorso novembre, con vittime che soffrivano di sintomi simili all’influenza o al Coronavirus, ma sono risultate ripetutamente negative al Covid. Così non si ferma, ti pareva, il solito rituale: vaccinarsi, vaccinarsi e vaccinarsi, anche per l’influenza “tradizionale”. 

Claudio Mastroianni, direttore di Malattie infettive del Policlinico Umberto I di Roma e presidente della Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali), al Messaggero tranquillizza gli animi e ha spiegato che con la stagione primaverile questi virus colpiscono più facilmente e che, anche se “la sintomatologia potrebbe essere sovrapponibile al Covid, nella stragrande maggioranza dei casi il quadro clinico è ben distinto e che nel giro di 48 ore i sintomi passano in maniera spontanea. È bene dunque attendere un paio di giorni prima di verificare se si tratta di Covid”.

O forse l’unica soluzione sarebbe quella di conviverci con il nuovo covid, che nulla centra con quello di Wuhan, e cercare di riprendere a vivere dopo due anni di concreto inferno? Ed è proprio la convivenza la soluzione per porre fine all’inferno covid.