AVERSA- La sanità campana è in pieno sbando, ormai quello che è un bene di grande necessità per i cittadini si sta trasformando in un disastro senza precedenti. La colpa è tutta della politica campana, e questa volta lo dico senza remore, tutti, nessuno escluso, compreso i nuovi movimenti.
Sono anni che mi batto per vedere risolvere il problema della mancanza di personale all’interno dell’unità di primo intervento del Moscati di Aversa. Anni spesi a dire che ci vuole personale, ma dall’altra parte, la politica, ho trovato solo menefreghismo. Mi sono impegnato perché ho avuto diverse esperienze personali che mi hanno fatto capire le cause del mal funzionamento del PS, ma non per colpa di chi ci lavora, ma per colpa di chi gestisce.
Ebbene, l’esperienza più incredibile l’ho fatta la scorsa settimana. Finora avevo avuto solo la funzione di accompagnatore, quindi vedevo poco di quello che succedeva al suo interno durante l’assistenza. Questa volta, però, è toccato a me di persona constatare l’inefficienza del pronto soccorso di Aversa. E ribadisco fino all’unisono che il personale non c’entra nulla. Un’esperienza amara la mia, che a un certo punto mi è venuta voglia di piangere per il cattivo funzionamento.
Non si può mantenere un pronto soccorso con un solo medico chirurgo e un internista. Mi dispiace, sono pronto a fare una guerra, condurrò tante battaglie, ma mi arrendo solo quando avrò vinto. C’è di mezzo la salute di tutti noi, e vi garantisco che quando si sta male ognuno di noi vuole essere assistito. Quindi non è una questione personale, ma interessa anche tutti voi cittadini. Personalmente, dopo le tante vicende vissute al pronto soccorso del Moscati, questa volta il paziente sono stato io. Ed ho capito che lavorare all’interno del pronto soccorso di Aversa è un inferno.
Sono entrato intorno alle 21 all’interno del PS e sono uscito alle tre del mattino. Ho trovato un’infermiera gentilissima, forse l’unica in Italia, e un medico che faceva quello che poteva districandosi tra tanti pazienti e intervenire rapidi sui codici rossi, dove la vita era seriamente in pericolo. Credetemi s’impazzisce. Per fortuna è andato tutto bene, ma certamente non è il motivo che possa farmi desistere dal non fare nulla. Questa mia avventura come paziente del PS, la sto inserendo dettagliatamente anche nel mio saggio che uscirà verso Natale, quindi tutto nero su bianco.
Ma bando alle chiacchiere, chiedo ai sindaci con i “maroni” dell’agro aversano, di attivarsi per chiedere che all’interno del pronto soccorso del Moscati ci siano tre medici chirurghi e tre infermieri professionali per ogni turno. Non si può più attendere, bisogna chiedere e agire anche con proteste forte che sensibilizzano l’inefficienza della regione Campania. Io sarò al vostro fianco, e pronto a portare tutte le mie testimonianze personali. Vi garantisco che non si può continuare così, il bacino di utenza che si affaccia al PS di Aversa è enorme, e li si perde la pazienza poiché il tempo di attesa è estenuante, e per chi sta male e una sofferenza doppia.
Il personale non c’entra nulla, loro fanno quello che possono, quando c’è una calca di persone che chiede assistenza, loro non possono farcela. Sulla salute non si scherza, quando si sta male si cerca sollievo, e non si può continuare a sentire “deve aspettare”. No, mi dispiace, questo non si può più tollerare. Dobbiamo unire le nostre forze, e tutti insieme dobbiamo rivendicare il nostro diritto alla salute, quindi difendiamo il nostro pronto soccorso del Moscati di Aversa aiutando chi ci lavora a farlo con estrema serenità e possa assisterci con rapidità.
Francesco Torellini
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