Questa società o la cambiamo o saremo costretti a leggere frequentemente episodi che sono lo specchio della società malata. Proprio il fatto di cronaca successo a Napoli, nel quartiere Chiaia, deve farci riflettere e capire che stiamo sbagliando tutto. Nella notte tra lunedì 28 e martedì 29, un bambino di 11 anni si è gettato dal decimo piano del palazzo dove abitava. La morte è stata inevitabile. Per gli inquirenti si tratta di suicidio, ma c’è un particolare agghiacciante nella tragica vicenda: si sospetta l’ipotesi del “Blue whale challenge”. Il Blue whale è stato creato in Russia e si compone di 50 prove in 50 giorni. Le prove consistono in gesti di autolesionismo, selfie in situazioni pericolose, sfide mortali e infine il tragico gesto: lanciarsi nel vuoto dal palazzo più alto della città in cui si vive.
L’ipotesi è avvalorata dai messaggi che il bambino ha lasciato sul cellulare della mamma prima di compiere il gesto facendo riferimento a uno stato di paura vissuto. Il ragazzino, poi, avrebbe lasciato anche un bigliettino con le scuse ai genitori dove era scritta una frase inquietante: “Ho paura dell’uomo nero. Devo seguire l’uomo con il cappuccio”.
Ora la polizia postale indaga per istigazione al suicidio perché l’episodio potrebbe essere legato alle ‘blue whale challenge’ nelle quali i ragazzi vengono incoraggiati a realizzare gesti estremi.
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