Qualche giorno fa ha fatto il giro del web e non solo lo sfogo del maestro Riccardo Muti che, tornando nella sua città per degli impegni conviviali, si è lamentato dello stato di massimo degrado nel quale versa il centro storico partenopeo e la città in generale. Ovviamente i ben pensanti si sono visti bene dall’associare le lamentele del grande direttore d’orchestra, eccellenza napoletana nel mondo, al dibattito elettorale in corso, visti anche i livelli incredibilmente bassi che ha raggiunto la campagna elettorale a Napoli, e si sono limitati ad accusare il colpo addebitando colpe ‘ad capocchiam’ non potendo colpire direttamente i vertici istituzionali. Sulla questione degrado in città, ed a seguito delle lamentele del maestro Muti, è intervenuto anche Gianni Lepre, opinionista economico del Tg2 Rai e dell’Agenzia di stampa nazionale Italpress: “Sono pienamente in accordo con Riccardo Muti sulla questione da lui sollevata, ma non solo perché attiene strettamente all’economia di questa città, ma soprattutto perché il menefreghismo istituzionale e politico ha generato un indecente biglietto da visita di una delle capitali pù importanti d’Europa”. “La ‘Questione’ Napoli – ha spiegato il noto economista – non ha niente a che vedere con quella ‘Meridionale’, la città partenopea merita un capitolo a se, essendo stata la Capitale di un regno ricchissimo secondo solo a Londra e Parigi”. Lepre ha poi continuato: “Oggi la situazione riguarda l’arte predatoria della politica e dei suoi meccanismi che se da una parte ci fanno intravedere un benessere, dall’altra lo distraggono a fini elettorali; in pratica per avere almeno una speranza dovremmo essere sempre in campagna elettorale”. Il maestro Muti ha perfettamente ragione a lamentarsi del degrado, ma non solo, dico io, ma dell’abbandono, del menefreghismo istituzionalizzato, nel quale versa la nostra città, oggi in preda a malavita e disvalori”. Il prof. Lepre ha poi concluso: “Le colpe? Di tutti indistintamente, da chi esercita il diritto costituzionale di apporre una X su una scheda fino a colui che con quella X va a rappresentare una città ed un popolo che, nel migliore dei casi, ignora. Napoli ha bisogno di ben altro, ma soprattutto ha bisogno di tornare a vivere nella grandezza e ne lustro che le spettano”.
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