NAPOLI- I fatti delittuosi di questi ultimi giorni mettono sotto scacco lo stato italiano e le istituzioni tutte. Spari contro una caserma dei carabinieri a Secondigliano, ieri sera un episodio che lascia sgomenti: un gruppo armato fa irruzione in un circolo privato e uccide due persone e ne ferisce altre tre. Sembra essere tornati anni addietro, quando la malavita organizzata manteneva in scacco un’intera regione.
Hanno fallito le istituzioni. Non riescono a contrastare un fenomeno che ormai perdura da sessant’anni. L’assalto alla caserma dei carabinieri, cuore dello stato, è un fatto di un’enorme gravità, che non può essere sottovalutato. Impone un ritmo diverso rispetto alle strategie finora messe in campo. Ad essere colpita non è una semplice caserma, è lo stato, poiché da sempre i carabinieri rappresentano lo stato nei territori a difesa dei cittadini. Essere colpiti con disinvoltura pone interrogativi su come difendersi da un cancro come la malavita.
Alla sanità, rione già di per se difficile della città di Napoli, si è sparato con una tale scioltezza, davanti anche a bambini presenti durante l’atto criminoso, mette la delinquenza al di sopra dello stesso stato. Sembra che a Napoli uccidere è sempre facile. Una città che ormai prende le stesse sembianze di quei luoghi a noi lontani, dove il terrorismo islamico detta legge, uccide, sgozza, nella maniera più semplice possibile. No, non è possibile tutto ciò in un paese come il nostre, dove regna la democrazia.
A Napoli e in Campania stanno perdendo tutti: istituzioni e cittadini messi insieme. Non si reagisce, e la malavita organizzata continua ad uccidere con svariati strumenti che seminano morte: armi e droga. Il contrasto messo in campo non ha sortito quel risultato utile a liberare il territorio da un cancro maledetto. Azioni del genere non è facile prevederle, ma arginare e isolare la malavita si può e si deve, altrimenti la Campania, ma in totale mezzogiorno, da questa spirale di morte non né usciamo mai.