Gio. Mar 30th, 2023

Primavera 1966. Milano. Negli studi Rai di Corso Sempione, Sandro Bolchi e Riccardo Bacchelli, rispettivamente il regista e lo sceneggiatore della trasposizione televisiva del romanzo di Alessandro Manzoni, “I Promessi Sposi“, ripassano con gli attori Paola Pitagora e Nino Castelnuovo, nei panni di Lucia Mondella e Renzo Tramaglino, la scena in cui i due giovani innamorati, costretti  da Don Rodrigo a non sposarsi, si salutano prima di separarsi per trovare riparo, l’una, presso un convento di Monza e, l’altro, a Milano,presso il convento dei Cappuccini di padre Bonaventura. Seduti attorno a un tavolo, prima di girare,provano la scena, annotando le indicazioni ricevute dal regista. Quindi,abbandonata la stanza per  raggiungere la sala trucco e costumi, i due attori si fermano qualche istante nel piccolo giardino che collega le due strutture. “Cosa ne pensi di come ho recitato?…”, domanda Castelnuovo alla Pitagora, che risponde con tono meravigliato:  “Scusa Nino, non dirmi che ci siamo fermati qui perché dovevi chiedermi questo?…Dai, che ci aspettano!…”. “E invece te lo dico, cara Paola, te lo dico proprio!”, sbotta Castelnuovo, continuando: “…Non so, ma io non sono troppo convinto…secondo me,il tono era monocorde…ho messo poca intenzione ..Sfido io, con quello che mi è successo ieri sera!…”. “Perché, cosa ti è  successo, Nino?…”, chiede la Pitagora. “Cosa mi è successo?…E’ successo che a volte tu credi in una persona e poi questa ti delude!…, rivela l’attore, fermandosi un istante, per poi riprendere il discorso, “E’ successo che ho scoperto che un amico, che ho sempre reputato tale fino a un giorno fa, non lo era affatto!…Insomma: a me ha sempre detto che ero un bravo attore, che dovevo insistere, continuare a cercare la mia occasione, ma in realtà, agli altri amici della compagnia diceva che sono un attore mediocre, che non ho personalità e che le mie interpretazioni sono prive di intensità…Capisci?…ed era un amico d’infanzia!…Guarda, non puoi capire che delusione!…Pensa che, saputa questa cosa da un nostro conoscente comune, per il dispiacere, non ho chiuso occhio per tutta la notte…E’ stato terribile, un vero colpo al cuore!…”. “Eh, no, amico mio, invece ti capisco , ti capisco eccome!…”, cerca di rincuorarlo l’attrice, raccontando: “Fra due giorni esatti, saranno due mesi che non sento un’amica…eravamo, siamo, molto unite…solo che lei per mesi interi sparisce, salvo tornare all’improvviso, quando meno me l’aspetto, per chiedermi di vederci,  come se dovessi stare ai suoi comodi!…Sai cosa penso?, che noi due non dovremmo piangere più!…Anzi, facciamo una scommessa: niente lacrime fino alla fine delle riprese!…Chi perde, paga un rinfresco per tutta la troupe!…Adesso però andiamo, che siamo in un ritardo spaventoso e Bolchi, non ci aspetta mica!…Poi, non hai visto com’era nervoso stamattina?…”. La Pitagora, non termina neppure di pronunciare la frase, che viene incalzata proprio dal regista, uscito in giardino per richiamare i due attori: “Ah, eccovi…ma non siete ancora pronti!…Cos’è che avete fatto finora?…Ho capito, vi siete fatti le confidenze…Eh sì, tanto qui non è mica la troupe di un film?…è una comitiva, l’allegra “compagnia dei Promessi Sposi”!”.

“Il mio primo ruolo è stato quello di Diomede in “Un maledetto imbroglio” di Pietro Germi. Ricordo che, poco dopo l’uscita del film, prendevo un  caffè a Piazza del Popolo, quando un grande poeta, Sandro Penna, mi gridò “Diomede!”: fu una grandissima emozione”. Così, l’attore Nino Castelnuovo, in un’intervista a un quotidiano, rilasciata nel 2010, in occasione dell’uscita di quello che sarebbe stato il suo ultimo film “Il sottile fascino del peccato” del regista Franco Silva. Nato a Lecco, il 28 ottobre 1936, Francesco Castelnuovo, (questo il vero nome dell’artista), cresce con i quattro fratelli, due maschi, Pierantonio e Clemente, e una femmina, Marinella, a Castello, rione della città di Lecco. Praticati fin dall’adolescenza la ginnastica artistica e il ballo,nel 1955, poco più che ventenne, si trasferisce a Milano, dove entra al “Piccolo Teatro” diretto da Giorgio Strehler. Avvicinatosi al mondo della Televisione, nel 1957, partecipa nella veste di mimo , insieme con Renata Padovani, Gabriella Durano Galvani, Relda Ridoni  e Sergio Le Donne, al programma “Zurlì il mago del giovedì“, condotto da Cino Tortorella, esperienza propedeutica al suo  debutto  nel cinema, che avviene nel 1959, nella pellicola di Pietro Germi “Un maledetto imbroglio”, interpretataaccanto a Claudia Cardinale. Poi, impersonati per tutta la prima metà degli anni Sessanta, ruoli secondari da “attor giovane”, in diversi film, tra i quali: “Il gobbo” di Carlo Lizzani e “Rocco e i suoi fratelli” di Luchino Visconti,  nel 1964, si pone all’attenzione con la pellicola   “Le Parapluies de Cherbourg” diretta da Jacques Demy, commedia musicale in cui è protagonista  al fianco di Catherine Deneuve, che raccoglie i consensi del pubblico e della critica, aggiudicandosi la Palma d’oro al Festival di Cannes. Più tardi, nel 1967, messosi in luce proprio con questo film, viene scritturato dal regista Sandro Bolchi per la parte di “Renzo Tramaglino” nello sceneggaiato del primo canale Rai, trasposizione televisiva del romanzo di Alessandro Manzoni, “I Promessi Sposi“, in cui recita accanto a  Paola Pitagora,nel ruolo di “Lucia Mondella“. Raccolto un largo consenso di pubblico, negli anni Settanta, prende parte a numerosi sceneggiati, tra cui: “Ritratto di donna velata”, “A casa, una sera…”, “Le affinità elettive”e “Luigi Ganna detective“, senza però trascurare il cinema, interpreta infatti le pellicole: “L’Amore” di Jean Luc Godard (nell’episodio “Amore e rabbia“), “Il divorzio” di Romolo Guerrieri e  “La collegiale” di Gianni Martucci.  Nel ventennio Ottanta-Novanta,  girato lo spot pubblicitario di una nota marca di olio e, interpretato il ruolo di un archeologo italiano nel film Premio Oscar  di Anthony Minghella,Il paziente inglese“, è nuovamente nel cast di serie televisive Rai, come: “Affari di famiglia”, “Il maresciallo Rocca” e “Non lasciamoci più“. Negli anni Duemila, sul piccolo schermo nelle serie: “Incantesimo 6″, Tutti i sogni del mondo” e “Questa è la mia terra”, prima del ritiro dalle scene, dovuto a un glaucoma, interpreta il Giudice Savio in due stagioni (2013-2015)  della serie  di Canale 5 “Le tre rose di Eva 2“. Provato da una serie di lutti e da alcune traversie economiche, si è spento nella sua casa romana, circondato dall’affetto dei familiari (il figlio Lorenzo, avuto dalla compagna Danila Trebbi, la moglie Maria Cristina Di Nicola, sposata nel 2010,e la sorella Marinella), il 6 settembre scorso, ed è stato salutato da parenti e amici nel corso di una cerimonia funebre svoltasi  su espressa richiesta della famiglia in forma privata, nel teramano, in Abruzzo, (dove riposano le sue spoglie). Ricordato dagli addetti ai lavori e dai critici teatrali come “fuoriclasse del palcoscenico e della macchina da presa”, e dalla collega Pitagora, che ha detto: “Era una persona di una cordialità, un’immediatezza, una simpatia. Amava raccontare storie e noi stavamo tutti lì ad ascoltarlo. Parlavamo delle nostre vite, lui dei suoi amori”, di sé ha detto: “La vita è una cosa meravigliosa” diceva Frank Capra…L’unico rompiscatole è il tempo: non si ferma mai, che noia!. A un giovane che volesse fare l’attore direi: se hai questo sacro fuoco dentro, fallo, ma prima sappi che , se non raggiungerai il successo, questo mestiere potrebbe diventare un calvario. Quindi, dedicati ai fondamentali, cioè allo studio, al lavoro e all’esercizio della memoria e…che la fortuna ti assista!”.