Categories: Cronaca

Nino Taranto: “L’attore in giacca”

Inverno 1927. Napoli , centro storico. All’interno del Teatro Centrale, situato al confine tra i quartieri Pendino e San Lorenzo, il capocomico Salvatore Cafiero , sta effettuando con la sua compagnia le prove della farsa “Pulcinella”, messa in scena in occasione delle festività natalizie, quando , d’un tratto, irrompe nella sala un giovanotto in giacca , dall’incedere elegante. “Signor Cafiero, scusate se mi permetto…io sono Antonino Eduardo Taranto, ma tutti mi conoscono come “Nino”…io ho osato presentarmi così , perché mi hanno detto che state cercando un caratterista…” , si presenta con intraprendenza lo spigliato ventenne. “Piccerì , sentimi bene…qua , non teniamo tempo da perdere!…” , tuona adirato l’attore-impresario, continuando : “Ma tu sai quanti guagliuncielli si presentano dicendo che vogliono “fare lo spettacolo”…si pensano tutti che è cosa da niente…e che , per questo niente, si guadagnino soldi assaje…Picceri’ , sentimi bene : io non so se tu sai fare qualcosa…ma mi stai simpatico…quindi voglio metterti alla prova!…Se la superi, però, patti chiari : devi fare la fame!…soldi , noi, ne teniamo pochi…se la rivista ha successo, se piace…forse forse ci esce qualche spicciolo pure per te, che sei l’ultimo arrivato!…Dunque, mò, se hai intenzione di accettare , fammi vedere la tua arte!…”. “Grazie assaje , signor Cafiero!…Se a voi sta bene, rappresenterei una “macchietta” ideata da me!…” , introduce la sua esibizione, l’aspirante artista, spiegando : “Qualche mese fa , ricevetti una delusione da parte della mia fidanzata…allora pensai di trasformare questo brutto sentimento in una farsa ,il cui protagonista è un omino iellato, tradito e bistrattato dalla sua bella , che per ennesimo dispetto gli sforbicia le tasche della giacca…”. Poi, mostrato al capocomico l’esilarante monologo, attende con volto teso, il verdetto di Cafiero. “Guagliò..un poco acerbo sei ancora… un po’ impacciato…ma… che ti devo dire?, tutto sommato, sei portato!,hai pure un certo stile!… vabbuò, va’ !, sarai il nostro “attore in giacca!…”, sentenzia il capocomico, congedandolo : “Presentati domani pomeriggio…Noi debuttiamo questa domenica e la tua macchietta, la presenterai al pubblico a metà della nostra rivista…Guagliò, non tradire la mia fiducia, eh ?…ci siamo capiti?…”
“Era un grande maestro, bravo come Scarpetta, Totò, i De Filippo, ma soprattutto era un gentiluomo dotato di fin troppa modestia” . Così l’attrice Luisa Conte, ricordò nel giorno della scomparsa ,Nino Taranto, collega con il quale aveva condiviso per alcuni anni il palcoscenico del Teatro Sannazaro di Napoli. Nato nella città “della pizza e del mandolino” ,il 28 agosto del 1907, dal sarto Raimondo e dalla casalinga Maria Salomone, crebbe nel quartiere Forcella. Rivelate doti di “caratterista” , sin dall’età di tredici anni si esibì sul palcoscenico del Teatro Centrale come interprete di “canzoni in giacca” e “dicitore” in abito da sera. Poi, nel 1927, entrato a far parte della compagnia Cafiero-Fumo, si avvicinò al genere della “sceneggiata”, raccogliendo largo consenso di pubblico anche negli Stati Uniti, dove approdò con una tournée internazionale. Quindi, guadaganti i primi soldi, li impiegò per finanziare una sua compagnia di varietà, investimento che, poco dopo, si dimostrò fallimenatre. Scritturato, allora, da Anna Fougez, affiancò sino al 1947 la “prima donna” Wanda Osiris e l’attrice Titina De Filippo in spettacoli di rivista (“Mazza, Pezza e Pizzo” e “Quagliarulo se ne va”) , dando vita,con il supporto degli autori Cioffi e Pisano, a “macchiette” come quella di “Ciccio Formaggio”, ometto sfortunato , tradito e maltrattato dalla fidanzata, dispettosa al punto da sforbiciargli la tesa della paglietta. Esordito negli stessi anni sul grande schermo nelle commedie “Nonna Felicita” e “I pompieri di Viggiù” di Mario Mattoli e ne “Il barone Carlo Mazza” di Guido Brignone, nel decennio Cinquanta, alternò agli impegni sul set ( “Anni facili” di Luigi Zampa, pellicola per la quale si aggiudicò un premio Nastro d’Argento, “Accadde al commissariato” di Giorgio Simonelli, “Mariti in città” di Luigi Comencini e “Italia piccola” di Mario Soldati) quelli teatrali (“L’ultimo scugnizzo” di Raffaele Vivian) , televisivi ( affiancò Delia Scala nei programmi Rai di Marchesi e Metz “Lui e lei” e “Lui, lei e gli altri” ), canori (fu ammesso in gara al Festival di Napoli con la canzone “‘O ritratto ‘e Nanninella”) e radiofonici (prese parte ai varietà “Rosso e nero”, “Chicchirichì”, “L’occhio magico”, “Fermo posta” e “Il fiore all’occhiello” , alle riviste di Nelli e Mangini, Verde e Jurgens “La ninotarantella”, “Biancaneve e i sette Nini”, “Chi sarà sarà”e “La bellissima époque e alle commedie di Giuffré-Ghirelli, Marotta-Randone e Viviani “Mettiamo le carte in tavola” , “Bello di papà e “L’imbroglione onesto”). Negli anni Sessanta, stretto un sodalizio artistico con il “principe della risata” Totò , ebbe modo di esprimere al meglio la sua vis comica, interpretando il ruolo di “spalla” in film sbanca botteghini quali “Totòtruffa 62” di Camillo Mastrocinque , “Totò contro Maciste” di Fernando Cerchio , “I due colonnelli” di Steno e “Il monaco di Monza” di Sergio Corbucci, senza però tralasciare il teatro(“Don Giacinto”) , il piccolo schermo (“Canzonissima”) , la musica (nel 1967 vinse il primo e il secondo premio al Festival di Napoli con i brani “‘O matusa” e “‘A prutesta”) e le trasmissioni radiofoniche(“Il mio spettacolo : Nino Taranto” e “Paglietta a tre punte” di Francesco Luzi e Marco Lami). “Caratterista d’eccezione” in “musicarelli” incentrati sui successi dei cantatnti più popolari del momento , tra i quali : Gianni Morandi ( “In ginocchio da te” , “Se non avessi più te”, “Non son degno di te”e “Chimera”, tutti diretti da Ettore Maria Fizzarotti) e Albano Carrisi ( “Nel sole” e “Il ragazzo che sorride” di Aldo Grimaldi), nel 1970 condusse insieme con Raffaella Carrà e Nino Ferrer la trasmissione “Io, Agata e tu” e nel 1973 ripropose i suoi personaggi in una puntata del varietà “Milleluci”. In seguito, ospite fisso del programma radiofonico “Gran varietà” e interprete del ciclo “Una commedia in trenta minuti”(“Piccolo caffè di Bernard, “Il signor di Pourceaugnac” di Molière e “Socrate immaginario” di Ferdinando Galiani) , ricoprì il doppio ruolo di cantante e presentatore della manifestazione canora “Piedigrotta” : Le nuove Canzoni di Napoli”. Tornato a Napoli verso la fine degli anni Settanta, si dedicò esclusivamente all’attività teatrale, costituendo insieme con l’attrice Luisa Conte , il fratello Carlo e il regista Gaetano Di Maio una compagnia presso il teatro Sannazaro, con la quale portò in scena le commedie “‘A morte ‘e Carnevale”, “Nu bambiniello e tre San Giuseppe” e “Arezzo 29”. Diagnosticatagli una grave malattia, sebbene affaticato, recitò ne “Lo sposalizio” di Raffaele Viviani, sino a qualche mese prima della scomparsa, avvenuta il 23 febbraio del 1986, all’età di settantanove anni, nella sua casa in via Aniello Falcone. Salutato dai familiari, la moglie Concetta e i figli Maria, Melina e Dino, dagli amici , dai colleghi e dagli ammiratori, nel corso della cerimonia funebre tenutasi presso la chiesa di San Ferdinando, fu acclamato con scroscianti applausi dal popolo napoletano e omaggiato del tributo di personalità illustri come il presidente della Repubblica Francesco Cossiga , che in un messaggio scrisse : “Con Nino Taranto scompare uno degli interpreti più originali e popolari della grande tradizone scenica partenopea. Un attore che seppe esprimere la gioia , il dolore e l’ironia dell’anima napoletana con straordinario talento di artista”.

Redazione

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