Sono quindici anni che mi occupo di violenza di genere, del dramma dei padri separati, di povertà, e l’esperienza maturata mi ha fatto capire che il dramma proviene direttamente dalla mancanza di amore vero. L’amore è una parola nobile che significa rispetto. Pochi lo comprendono, poiché manca l’insegnamento nei confronti dell’amore vero. Nel corso di quest’ultimo ventennio abbiamo stravolto l’aspetto sentimentale che ruota intorno all’amore vero, costruendo una società distorta che ha portato dritti alla perdita dei valori umani. Si è tentato di costruire una società parallela che andasse a demolire ciò che la natura ha creato per noi. Tutto ciò che ha creato la natura di certo non l’abbiamo inventato noi, ma è stata la natura che ha trasmesso a noi le sue funzioni.
È opportuno che giornalisti, scrittori, psicologi, psichiatri, magistrati, forze dell’ordine ed altre figure professionali, diffondessero nelle scuole il valore dell’amore vero. Bisogna sottolineare il ruolo centrale dell’amore nella vita di ognuno di noi. L’amore non è solo un sentimento tra due persone, ma è lo strumento di rispetto nei confronti di tutti e tutto. Ecco, questo concetto bisogna farlo capire ai giovani, a quelle generazioni che un giorno gestiranno questa nazione.
Negli ultimi trent’anni è mancato tutto ciò, e i giovani, ma anche gli adulti, non hanno dato più all’amore un ruolo centrale nella loro vita. Solo nel 2019 in Italia si erano contate 97.474 separazioni totali fra coniugi, sempre nel 2019 i divorzi erano 85.349. Questi numeri dimostrano che molte unioni non sono proprio state fondate sull’amore. L’amore è fatto di sacrifici, di rinunce, di comprensione, di dialogo, rispetto, ed ogni cosa si fa insieme affinché il rapporto non si laceri fino a giungere alla fine di tutto. Sulla scia di queste affermazioni bisogna costruire la nuova società, che si fondi sul pilastro dell’amore umano, affinché il rispetto possa aiutare a cresce una società fondata sul rispetto verso tutti e tutto. Finché non riusciamo a centrare questo obiettivo, la collettività resta una società malata e, quindi, non chiamatelo amore.