Categories: Cronaca

Non ci sono più i soldi facili, i partiti licenziano gli impiegati

ROMA- Come le migliori aziende che vanno in crisi e diminuiscono il personale, anche i partiti si adeguano alla crisi economica che li ha colpiti. Però la crisi economica dei partiti, che finora hanno sguazzato con i soldi dei contribuenti, deriva principalmente dal fatto che sono scattate le misure di austerità con l’abolizione del contributo ai partiti. Dal primo gennaio del 2017 è scattata ufficialmente la “ghigliottina” sui rimborsi statali prevista dalla legge approvata all’inizio del 2014. È iniziato quindi il passaggio soft al nuovo regime consistente nella diminuzione progressiva triennale dei rimborsi. Ora dovrebbe essere il due per mille il maggior surrogatori economico per i partiti, ma la cosa non sta funzionando, e quindi i partiti, presi alle strette, stanno iniziando a licenziare gli impiegati. Il licenziamento da parte della Lega degli ultimi 24 dipendenti in organico ha dato inizio alla corsa ai licenziamenti nelle aziende partito. I dipendenti di Lega e Forza Italia sono stati azzerati, e l’ombra di tagli non si può dire scongiurata per gli altri, fatta eccezione per il Pd su cui però grava, a cadenza periodica, la delicata questione della sopravvivenza dell’Unità. Le donazioni ai partiti non funzionano, anche perché gli italiani sono stanchi sia dei partiti sia dei suoi uomini e donne, e non danno un centesimo per le loro attività politiche. A parte ciò c’è poi una crisi asfissiante che mette gli italiani con le spalle al muro, quindi figuriamoci se devolvono i pochi soldi rimasti proprio ai partiti. Il PD al momento è l’unico partito che soffre di meno rispetto agli altri, infatti sui suoi dipendenti non incombe, al momento, il rischio licenziamento, fatta eccezione per gli impiegati e giornalisti dell’unità. Insomma, i partiti per la prima volta assaggiano cosa significa crisi e si devono immedesimare nelle difficoltà che ogni giorno migliaia di imprese devono superare per far quadrare i conti e, oltretutto, sono taglieggiati dallo stato a cui devono dare il 70% di quello che guadagnano.

Redazione

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