In questi giorni l’Italia è piombata in un panico spaventoso. Non c’è stata una corretta informazione su quello che stava succedendo. I media hanno fatto un lavoro non proprio consono. Piccoli giornali alla ricerca del clik facile invece di fare una sana informazione. Così siamo finiti nel pantano totale, che rischia di trascinare l’Italia in una profonda crisi più grave di quella già esistente.
I più grandi virologi italiani continuano a rassicurare che il virus di per sé non è pericoloso com’era circolato inizialmente, quando dalla Cina iniziavano a diffondersi le prime voci sul virus, si guarisce e lo dimostra la guarigione totale dei due cinesi ricoverati allo Spallanzani di Roma. Altri casi risultati positivi sono guariti in un giro di una settimana. Gli altri, quelli che sono entrati nella lista dei decessi, avevano delle patologie pregresse più o meno gravi. Ma di morti solo per coronavirus, al momento, sembra che non ci siano, perlomeno in Italia. Come spiega il ministero della Salute: “Come altre malattie respiratorie, l’infezione da nuovo coronavirus può causare sintomi lievi come raffreddore, mal di gola, tosse e febbre, oppure sintomi più severi quali polmonite e difficoltà respiratorie. Raramente può essere fatale“. In particolare “la maggior parte delle persone (circa l’80%) guarisce dalla malattia senza bisogno di cure speciali. Circa 1 persona su 6 con Covid-19 si ammala gravemente e sviluppa difficoltà respiratorie”. Il tasso di mortalità invece, secondo i dati diffusi dall’Organizzazione mondiale della Sanità, sarebbe molto più basso rispetto a quanto creduto fino ad ora: “La missione Oms in Cina si è conclusa e ha reso noto alcune conclusioni: si è evidenziato un tasso di letalità fra il 2 e il 4% a Wuhan, e dello 0,7% fuori Wuhan“. Ieri una donna risultata positiva al test del tampone ha partorito mettendo alla luce un bambino, che dalle analisi del tampone eseguito sul neonato è risultato negativo. Se analizziamo tutti questi casi, potrebbe essere vero che il coronavirus non abbia quella pericolosità mortale come si pensava inizialmente. Ma allora cosa fa paura?
Il coronavirus, a differenze degli altri virus, si espande con molta rapidità. Ed è proprio questo che preoccupa, poiché la positività porta al ricovero in una struttura protetta all’interno degli ospedali, perlopiù sono le sale intensive. Quindi un fenomeno di ampia portata di ricoveri, com’è successo in Cina, porterebbe alla paralisi del sistema ospedaliero che deve garantire assistenza a tutti i pazienti. Un flusso massiccio di persone positive al test, manderebbe in tilt la cura all’interno delle strutture, e sarebbe questo poi il vero pericolo per chi viene colpito dal coronavirus. Si può fare un esempio semplice: la corsa sfrenata alle mascherine e prodotti igienizzanti ha portato all’esaurimento di tutte le scorte. Ecco, questo è l’esempio che associato alle sale intensive, porterebbe ad una situazione non più controllabile come invece avviene in questi giorni, e il nostro sistema sanitario sta gestendo benissimo l’emergenza. Per concludere, sono necessarie le quarantene, è necessario lo spirito collaborativo dei cittadini, è necessaria la responsabilità di chi va via dalle zone rosse, serve la collaborazione di tutti affinché il virus non si espande a macchia d’olio e possa arrecare i veri e seri danni. Tutto il resto sta dimostrando che se non c’è l’effetto diffusione di massa, tutto viene riportato alla normalità in breve tempo, in attesa che arrivi il vaccino contro il coronovirus. Quello a cui tutti devono fare massima attenzione, sono le fake news che sono state il maggior danno. Il commissario straordinario per l’emergenza Antonio Borrelli ha detto che “bisogna fare attenzione alle fake news e fare riferimento ai canali ufficiali”. L’affermazione è sacrosanta.
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