Non si trovano “schiavi stagionali” per ristoranti, alberghi, spiagge, Hotel

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Non si trovano “schiavi stagionali” per ristoranti, alberghi, spiagge, Hotel

Come diceva il grande Totò: “Ma mi faccia il piacere”. Si sta facendo una grande propaganda intorno alla mancanza di lavoratori stagionali per questa imminente stagione estiva. La colpa di questa mancanza di personale si attribuisce al reddito di cittadinanza. Secondo questi imprenditori, i giovani o un qualunque lavoratore non va a lavorare perché percepisce il reddito di cittadinanza. Più falso di così si muore. È meglio dire che per questa estate i giovani si sono rotti i maroni e non si trovano schiavi stagionali per ristoranti, alberghi, Hotel, spiagge.
Sono introvabili, sembrano quasi una specie in via d’estinzione. Parliamo dei lavoratori stagionali. Il sindaco di Gabicce dice che gli stagionali preferirebbero il reddito di cittadinanza a un’estate di lavoro. Tutti si stanno lamentando per la mancanza di lavoratori stagionali montando ad arte qualcosa che ha altre ragioni, che vanno ben oltre il reddito di cittadinanza.
Come è nostro costume abbiamo interpellato i diretti interessati. I padri di famiglia che lavorano nella ristorazione e nel turismo, pur di mandare avanti la famiglia, accettano di tutto, però spesso ricevano anche netti rifiuti per via della loro età. Ma il dolo è sempre lo stesso: la paga. Spesso i giovani si ritrovano a lavorare anche tredici ore al giorno per avere in cambio stipendi che partono da ottocento euro e arrivano al massimo a mille euro. I contratti sono quelli stagionali, quindi a termine. I giovani reclamano le troppe ore lavorative e la paga che non corrisponde alle ore di prestazione. Insomma, il vero problema non è il reddito di cittadinanza, il problema è il trattamento retributivo che è basso.
E non è solo una questione che riguarda il nord, è una situazione che abbraccia l’intera penisola, ovunque c’è il mare o la montagna. Giovani che lavorano sui lidi iniziano alle sette del mattino e finiscono alle venti. In questo caso ci dovrebbe essere il doppio turno, ma non esiste. I ragazzi vorrebbero anche farlo, sempre che la paga raddoppi. Ma non è così. Quello che frena i giovani sono le passate esperienze che hanno fatto in materia di lavori stagionali, e non hanno intenzione di ripeterle. Significa che il problema è come si pagano e quanto tempo devono lavorare, altro che reddito di cittadinanza.