Gio. Mar 30th, 2023

Se partiamo dall’aspetto più importante della crescita culturale di una nazione si evidenzia un divario enorme tra la scuola del nord e quella del sud. La scuola pubblica italiana funziona in maniera differente nelle varie aree del Paese. Sia le rilevazioni dell’INVALSI che quelle dell’OCSE parlano di una scuola a due velocità. Con alcune regioni, soprattutto al Nord, molto avanti rispetto alle regioni del sud lontane anni luce dalla media dei paesi OCSE.

Non solo la scuola, tutti sanno ma fanno finta di nasconderlo, che al sud si vive di lavoro a nero. Appunto, lo sanno, ma nessuno dice con chiarezza ciò che avviene nel meridione in merito al lavoro. Per la stragrande maggioranza si tratta di lavoro a nero o saltuario. Insomma, arrangiamento totale se vuoi sopravvivere. Carenze infinite per i trasporti. Per non parlare di sanità pubblica, che ha crepe dappertutto. Un elenco infinito di negatività che creno quella incolmabile differenza con il nord Italia.

Dal dopoguerra ad oggi si è sempre concentrato le ricchezze produttive verso il nord. Cosa che è iniziata, va detto, a partire dall’unità d’Italia. Non è un discorso di menefreghismo o di meridionali sfaticati cronici, ma è una colpa che ricade unicamente sui politici italiani che dal dopoguerra ad oggi hanno guidato la nazione. Il nord è sempre stato favorito rispetto al sud. Al sud sono state date briciole che non sono servite a nulla. È mancata l’attenzione soprattutto dei politici meridionali, che non hanno guardato con interesse alla propria terra. Il sud ha subito tutti i torti possibili. Oggi ci ritroviamo con due aree geografiche di una nazione che continua ad essere divisa in due.  Il Nord e Sud, ormai, sono due paesi differenti nella stessa nazione.