Sono passate poche ore da quel gesto che stava per costare la vita a 51 bambini. Si è detto tutto su quello che è successo. Si è detto anche che davanti al giudice l’uomo non ha avuto nessun segno di pentimento, anzi, ha ribadito che lo farebbe altre cento volte. Come hanno detto gli inquirenti: era tutto premeditato, quindi a ragion per cui l’atto è da condannare in toto.
Ma per l’uomo, come riposta il Corriere Della Sera, l’arrivo in carcere non è stato del tutto facile. La legge del carcere punisce due volti chi fa del male ai bambini. Per il senegalese naturalizzato italiano si sono aperte le porte del carcere di San Vittore. Gli altri detenuti lo hanno accolto a colpi di uova e arance. Un lancio fitto contro la sua cella. I detenuti non gli hanno permesso di chiudere occhio. Si trova nel quinto raggio, quello dei protetti, i detenuti che non possono stare insieme agli altri. Nel codice carcerario chi colpisce i bambini ha una pena “accessoria” che si consuma proprio nel rapporto quotidiano con gli altri carcerati. La regola non cambia per Sy che ha dovuto fare i conti con questa realtà.
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