Quando si sentono proclami di giubilo viene voglia di arrabbiarsi più di quanto uno già lo è. Stiamo parlando di una epidemia che non è locale, ma è l’interno mondo che è contagiato. Non esiste angolo del globo che non lotta contro il coronavirus, quindi ci vorranno mesibe mesi per tornare alla normalità. Italia e Spagna sono i due paesi in Europa che hanno subito i maggiorni danni. La Francia pure ha avuto i suo guai. Meno la Germania. In totale tutti hanno subito contagi e morti. In meno di 48 ore l’America latina ha aggiunto al bilancio della pandemia da coronavirus altri 20mila contagi, raggiungendo i 342.818 casi, e 1.200 morti (su un totale di 18.692). Il Brasile è il paese più colpito con 145.328 contagiati e 9.897 morti, seguito da Perù (65.015 e 1.814) ed Ecuador (29.071 e 1.717). Con più di 5mila contagi si allineano il Messico, il Cile, la Colombia, la Repubblica Dominicana, Panama e l’Argentina. Insomma, per avere un mondo libero dall’epidemia, poter avere di nuovo un mondo in movimento tra nazioni, ci vorrà ancora tantissimo tempo. Come detto all’inizio, si parla molto di fasi di riaperture, ma senza prendere in condiderazione finche non si esce dai contagi il pericolo è sempre dietro l’angolo.
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