L’epidemia da covid è stata l’apertura alla strada che ha portato in Italia nuovi poveri. Il governo Conte, che ha dovuto fronteggiare un momento delicato per la nazione, si è adoperato con aiuti cospicui per le famiglie andate in difficoltà. Il mezzogiorno ha pagato un prezzo altissimo, poiché molte persone avevano un lavoro precario o addirittura a nero, con le chiusure si sono visti privare dell’unico sostentamento economico che avevano. Aiuti che sono giunti hanno arginato la frana della povertà che stava colpendo inaspettatamente tante famiglie. Un’altra mano, in quel momento delicato, l’ha dato senz’altro il reddito di cittadinanza, che ha permesso di continuare a vivere perlomeno sui beni di prima necessità.
Nonostante tutto ciò si è creata una nuova povertà. I “nuovi poveri”, famiglie che nonostante il lavoro, o la sua perdita e precarizzazione, si sono trovate improvvisamente in condizioni di indigenza e che con l’attuale crisi economica rischiano di crescere ancora. I più esposti sono i minori, soprattutto quando vivono in famiglie con più figli, e le persone straniere. Adolescenti che riconoscono quando è necessario fare delle rinunce e limitare desideri, fino a risparmiare ogni euro e mettere i propri soldi da parte per future spese.
Sulla povertà bisogna ragionare approfonditamente, e questo la politica, al di là di posizioni e slogan elettorale, lo deve fare tutti i giorni. Non tutti stanno nelle condizioni economiche di chi ha una garanzia lavorativa. C’è un numero sempre più crescente che ogni giorno entra in un supermercato e con 20 euro deve soddisfare le esigenze alimentari di un nucleo familiare. Scegliere cosa poter comprare e lo deve fare con la calcolatrice in mano per proteggere i conti intorno ai venti euro.
La povertà porta inevitabilmente anche alla esclusione dalla società. Chi vive una condizione di difficoltà economica evita anche di uscire. Si chiude nel guscio di casa ed evita qualsiasi contatto con l’esterno. Soprattutto i giovani che vivono in famiglie che non possono consentirgli di uscire come altri giovani. La povertà implica tanti fattori negativi anche sulla salute mentale delle persone. Privarsi continuamente di tutto, porta inevitabilmente a non credere più nella società che si vive e si guarda con scetticismo al domani. La politica dovrebbe ragionare su ciò e non adottare politiche che invece vanno a colpire chi è in difficoltà aumentando la povertà invece di diminuirla.