Speriamo che il covid ci insegni l’infamità dell’umanità. Non è un’opinione, ma una certezza. L’epidemia ci sta insegnando come alcuni interessi vanno tutelati, mentre altri possono anche crepare. Il dolo è che non crepano oggi, ma e dalla loro nascita che soffrono e crepano sotto gli occhi di chi oggi si battezza come salvatore della salute umana.
Ipocrisia allo stato puro. Nel mondo ci sono cose che sono cinque volte peggio del covid, ma a nessuno interessa. Ogni giorno, 7.000 bambini sotto i cinque anni muoiono nel mondo per cause legate alla malnutrizione. Bambini che non hanno cibo. Com’è possibile in un mondo cosi evoluto. Ogni cinque minuti un bambino smette di respirare perché nessuno gli ha procurato cibo. Bambine e bambini che, a casa loro, in paesi colpiti da carestie e siccità, afflitti dalla povertà estrema o dilaniati da guerre e conflitti, continuano a essere privati di cibo adeguato, acqua pulita e cure mediche e perdono irrimediabilmente l’infanzia alla quale hanno diritto.
Su questi bambini i riflettori sono spenti. Tutti i riflettori dei media si spengono. Nessuno ne parla ad alta voce come si sta facendo con il covid.
Gli unici che continuano ad aiutarli è Save the Children che lancia la campagna globale “Fino all’ultimo bambino”, per salvare i bambini che soffrono di malnutrizione e tenere alta l’attenzione su un killer silente e devastante che contribuisce in maniera decisiva alla morte di circa la metà dei 5,4 milioni di minori con meno di cinque anni che ogni anno, a livello globale, perdono la vita per malattie facilmente curabili e prevenibili.
Se ognuno di noi riflettesse solamente un’istante su quanto scritto, capirebbe che chi guida le società moderne, hanno la grande abilità di mescolare le carte a suo favore per vincere facile pur sapendo che stanno barando. Se vogliamo essere umani, dubito, permettiamo a tutti i bambini del mondo di mangiare e bere senza distinzione, poiché i bambini sono tutti uguali, sono angeli innocenti.