La Caduta del Muro aprì la strada alla dissoluzione del sistema di potere costruito dall’Unione sovietica. Quel comunismo che tanto male aveva fatto nella sua storia e aveva commesso eccidi come li commise il fascismo. Finiva un’era e inizia una nuova che guardava alla democrazia come bene comune in tutti i paesi del mondo e non solo in Europa.
In tutti questi anni abbiamo costruito un modello di società che ha perso il senso della ragione. Le politiche sociali, dopo l’avvento dell’euro, sono cadute e la persona è considerata un numero.
Oggi ci ritroviamo forze politiche cosiddette progressiste, eredi del Partito comunista italiano, che vogliono difendere l’indifendibile. L’Europa si è dimostrata un cancro che lentamente sta assottigliando la vita dei cittadini rilegandoli nei bassifondi della povertà. La caduta del muro di Berlino doveva essere l’avvio di una nuova era portando le nazioni ad avere una umanità diversa da quello che poi ha costruito l’Europa. Quello che era il pensiero unico del comunismo, che costruii il muro di Berlino, cadeva con esso. Ma oggi questi signori progressisti stanno continuando sulla scia di un muro invisibile, che vuole di nuovo veicolare le persone verso il pensiero unico tanto caro al comunismo e poi passato in mano a strutture politiche di sinistra. Mentre celebriamo la caduta del muro, assistiamo alla rinascita di tanti piccoli muri nel nostro continente e nel mondo. Muri fisici, costruiti dalla politica, che puntano a dividere come un tempo divideva il muro di Berlino.
Il nemico oggi è diventato il sovranismo. Il sovranismo vuole la difesa dei territori, vuole come punto principale i valori di una nazione, vuole essere patria. Tutto ciò non sta bene a quelle forze politiche che hanno spinto l’Italia in Europa. Non si tratta di ideologie. Ogni stato europeo ha una cultura propria, tradizioni, e mentalità diverse, che nulla centra con la costruzione di un unico continente come l’America. Sono le differenze, anche economiche, che impediscono la costruzione di sistema unico di nazione.
Si fa sempre più largo l’idea che le nazioni possono essere superate. Il ruolo delle nazioni è tutt’altro che diminuito, proprio perché ognuno vive secondo uno schema di vita che fa parte di un trascorso storico della propria comunità nazionale. Il sovranismo, che ormai si diffonde a macchia d’olio in tutta Europa, non è altro che la consapevolezza che l’Europa non potrà mai essere un unico stato, poiché le differenze tra nazioni sono abissali e, soprattutto, gli stessi cittadini europei non sanno nulla di questa Europa e la vedono solo come uno strumento politico in mano ai politici. Il sovranismo è solo la garanzia che una nazione non finisca in mani estranee, soprattutto in mano a quei poteri forti che possono demolire qualsiasi sistema sociale che la sovranità popolare assicura. Questa Europa è nel baratro, è un soggetto quasi morto, tenuto in vita da apparati politici che non vogliono ammettere la sconfitta.
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