Febbraio 1960. Mentre Milano tempra i suoi abitanti con il rigore di una gelida serata invernale, scandita da ininterrotte e abbondanti nevicate , in una stanza della casa discografica “Ricordi” ,una giovane cantante di nome Ornella Vanoni, con i capelli rossi vaporosi, freschi di messa in piega , schiva e imbronciata a causa della timidezza , registra il suo primo disco .
Approfittando di una pausa , uno sconosciuto autore di canzoni , rimasto fino a quel momento nascosto in un angolo a osservarla , rinserrato dietro un paio di spesse lenti da vista , vinto l’imbarazzo, esclama : “ Brava ! ; lei, signorina Vanoni, ha davvero del talento ! … Mi scusi ; sono stato un gran villano ! , non mi sono nemmeno presentato , mi chiamo : Gino , Gino Paoli e faccio il cantautore . A Genova , perché io vengo da lì , dipingevo , disegnavo caricature, bozzetti … poi la musica mi ha rapito . Lo vede ? , ancora una volta sono stato maleducato, non le ho chiesto niente, investendola di chiacchiere noiose e poco interessanti ! .Forse, sarà per il fatto che di lei , essendo famosa , si sa già tutto ? … comunque, mi sento in dovere di rimediare, domandandole: come mai una “intellettuale” della sua importanza ha deciso di pubblicare un LP di canzoni popolari ? ; in verità , pensavo che voi altri “artisti impegnati” amaste soltanto i piccoli e fumosi teatri della “gente bene!”.
“Se mi lasciasse parlare, potrei spiegarle un paio di cose , signor … come ha detto che si chiama?…”, replica indispettita la cantante, “ Con molta franchezza , mi perdoni , ma devo proprio dirglielo : lei non capisce niente ! e non sa assolutamente niente di me , se non quello che scrivono i giornalisti sulle riviste ! .Mi deve spiegare che vuol dire essere “ snob “? ; è possibile che in Italia possano parlare degli emarginati solo gli emarginati ? ; ma un benestante , diciamo pure un ricco , dovrà mica passare il resto della sua vita ad occuparsi soltanto di tappezzerie di divani e di
salotti ? . Faccio la cantante ? e una cantante cosa fa ? : canta il mondo , quello che accade alla gente ,felice o disgraziata che sia ! . Adesso , chiarite queste cose , se permette, mi presento anch’io : mi chiamo Ornella Vanoni e sono nata a Milano il 22 settembre del… ; l’anno non dovrei dirglielo, perché una signora perbene non glielo direbbe , ma siccome , al contrario di ciò che pensa lei , io non mi formalizzo , glielo dico : del 1934! . Sì , sono benestante! : mio padre è un industriale farmaceutico … e per questo , secondo i prevenuti come lei , io non potrei cantare le storie della “Mala” ?… Voi snob ,bohemien , credete che una persona agiata sia felice , ma non è così ! ; le disgrazie , i dolori non sono risparmiati a nessuno , sa ? . Io , per esempio , di mio padre ricordo solo la figura : imponente , austera , elegante nel suo cappotto grigio di lana ; del resto, come potrei ricordare qualcosa in più di lui ? era sempre via per questioni di lavoro ! . Lo vuol sapere, signor Paoli, con chi sono cresciuta ? ,con le suore Orsoline : sante donne, per carità , ma vuol mettere la mamma e il papà ? . E vuole che le dica dove ho trascorso l’adolescenza ? , in collegi svizzeri, francesi e inglesi ! ; si figuri che conoscevo l’Europa più di quanto conoscessi casa mia ! . E l ’incubo dell’etichetta , ne vogliamo discutere? : “ Ornella , a tavola si sta composti !” , “Ornella, tira giù i gomiti !”, “Ornella, questo non si fa !” , “Ornella , questo non si addice a una ragazza !…” . I miei genitori volevano sposassi un amico di famiglia : un marchese di non so che casata … Quando nel 1953 gli ho detto che mi ero iscritta all’Accademia d’Arte Drammatica del “ Piccolo” Teatro di Giorgio Strehler , credevo gli prendesse un colpo , invece, conservando il loro stile impeccabile , senza scompigliarsi , mi hanno detto : “Cerca almeno di non finire nei guai !” . Appresa la notizia della mia relazione con Strehler, poi, mi hanno liquidata con un freddo : “ Ormai , non sei più nostra figlia!!” . Io devo a Giorgio la libertà e la scoperta del mio talento : è stato lui a intuire che avessi doti da cantante ; infatti ,appena conosciuti, mi propose d’interpretare , tra un atto e l’altro dei suoi spettacoli , delle ballate sulla Rivoluzione francese . Mi diceva : “ Te , con quella voce spigolosa , sei giusta !” e , nel 1956, dopo avermi fatto debuttare come attrice nella commedia “Sei personaggi in cerca d’autore” di Luigi Pirandello , con Dario Fo , Fiorenzo Carpi , Gino Negri , Fausto Amodei scrisse apposta per me delle canzoni dialettali : le “Canzoni della Mala” per le quali ,ora, sono tanto odiata-amata dai critici teatrali e musicali . Ha presente i brani : “Canto dei carcerati calabresi “ , “La zolfara”, “Le mantellate” , “Senti la vosa la sirena , “ Hanno ammazzato il Mario “ ? … La “Ricordi “ vuole che li incida ; è un lavoro impegnativo e, di sicuro , sarà un bel disco ! . Però , nonostante il successo della rappresentazione del mio spettacolo di canzoni al “Festival di Spoleto” , ho deciso di smettere di raccontare al pubblico dei drammoni in musica … Insomma, non voglio più vestire i panni della “Juliette Greco all’italiana”!, lei mi comprende , no ?…” .
“Perfettamente!”, risponde, ammaliato, il pacato cantautore , “ La comprendo perfettamente ! . Mi dispiace averle dato l’impressione di appartenere alla schiera dei suoi detrattori ! ; alle volte sono talmente imbranato da perdere il filo del discorso e dire il contrario di ciò che vorrei esprimere ! ; Certamente , uso le parole in modo più adeguato quando scrivo dei testi e li traduco in musica..! Senta , che ne direbbe se io componessi per lei una canzone –ritratto e lei la cantasse ? ; se lei accettasse , tra qualche giorno, la chiamerei per fargliela ascoltare…allora , posso sperare che acconsentirà ?” .
“Vedremo ….” , ribatte ,schermendosi, la Vanoni , “Dipenderà da quanto sarà stato abile a cogliere il volto della mia anima !…”.
Inverno 2021. Milano. Una folla di signore e signori in abito da gala , varcata la soglia del “Piccolo”, prendono posto in teatro per assistere alla proiezione del film-documentario della regista Elisa Fuksas, intitolato : “Senza fine” . Ospite d’onore della serata : la protagonista , la celebre cantante Ornella Vanoni.
Alle 21: 00 , le luci si spengono ; dal fondo del palcoscenico, la cantante e attrice avanza , illuminata da un unico riflettore , vestita con un abito di raso color blu notte, che ne mette in risalto la figura snella. Traballante su un paio di scarpe con tacchi , rompe il ghiaccio , sussurrando alla platea, per mezzo di un microfono : “ Non preoccupatevi , non cado ! . La mia è tutta scena !”.
Poi , la luce si sposta per mostrare agli spettatori un pianoforte e un pianista ; dopo qualche secondo, il musicista , posate le dita sui tasti del piano , inizia a suonare e ,la cantante lo segue, intonando : “ Che cosa c’è?…”.
Conclusa l’esibizione e , fatti i ringraziamenti di rito per i prolungati applausi , aggiunge : “ Sapete , fino a un paio di anni fa ero atea . Pur provenendo da una famiglia cattolicissima e , avendo frequentato una scuola di suore per un po’ , non ho mai avuto un senso spiccato di Dio . Sono stata miscredente , scettica , menefreghista …poi , in un periodo non facile , poco felice , ho incontrato Gesù , il Vangelo e ,da questo palco , voglio dirgli : Grazie ! , grazie, Gesù, con il cuore ; noi due sappiamo perché ! . La seconda persona che mi sento di ringraziare è : Giorgio Strehler . Se , nel lontano 1953 , non avesse intravisto in me un’ attitudine d’attrice , noi tutti non saremmo qui stasera e io non avrei neppure potuto aspirare a vincere , com’è avvenuto nel 1961-1962 , dei premi come il “San Genesio”,per la recitazione teatrale. La terza persona a cui devo la mia carriera e , a cui mi legano un bene profondo e un ‘amicizia che vanno oltre la passione e gli anni è : Gino Paoli ; lui, mi ha trasformata in un’interprete appassionata dell’ amore e della malinconia . Dopo Strehler , era difficile ricominciare , ma Gino mi ha dato fiducia ,affidandomi nel 1963 due canzoni: “Me in tutto il mondo” e “Che cosa c’è” ; anche se , a dire il vero , avevo già esordito come cantante di musica leggera nel 1961, quando, subito dopo il matrimonio con il mio impresario teatrale, Lucio Ardenzi dal quale ho avuto mio figlio Cristiano, presentai nella trasmissione televisiva “Canzonissima”, il brano “Cercami” . Quel debutto fu deludente e così , nel 1962, decisi di dedicarmi ancora al teatro, interpretando la commedia musicale di Garinei e Giovannini : “Rugantino” , con la quale approdai a Broadway . Nel 1964 , decisa a riprendere la carriera di cantante , duettai al “Festival di Napoli” con Domenico Modugno nella canzone : “Tu si ‘na cosa grande”; ottenemmo un successo straordinario e io riuscii ,finalmente , a distruggere l’immagine dell’artista altera . Cos’altro ricordo di quel periodo ? : il “Festival di Sanremo” del 1966 cui partecipai con il brano “Io ti darò di più”. Quella canzone lì, non mi piaceva e i produttori della “Ricordi” faticarono per convincermi a interpretarla … e , infatti, l’esito non fu dei migliori ; perciò, nel 1967, avendo ottenuto un ‘altra possibilità , presentai al “Festival” la canzone degli autori Nisa , Franco Califano, Umberto Bindi : “La musica è finita”. In quello stesso anno, Mina rifiutò di condurre il programma televisivo “Studio Uno” e i dirigenti della Rai concordarono che la sostituissi ,realizzando cinque delle dodici puntate previste , terminate le quali tornai alla musica pubblicando ,tra il 1967 e il 1969 , con una nuova casa discografica , l’ “Ariston” , i 45 giri : “Tristezza” e “Una ragione di più” ( quest’ultimo, firmato da me e da Franco Califano per i testi e da Mino Reitano per la melodia ) . Nel 1970 , in piena Contestazione , cantai al “Festival di Sanremo” la ballata romantica : “Eternità” , ma vendetti oltre sei milioni di copie con il brano “L’appuntamento” , composto ,testi e musica, dai due cantautori Roberto Carlos e Bruno Lauzi. Grazie a Carlos scoprii le sonorità brasiliane ( samba e bossa nova ) e ,con la sua supervisione , nel 1973 , incisi il singolo e l’album :“Dettagli” . Nel frattempo, arrivarono anche le proposte di interpretare la canzone : “Domani è un altro giorno”, cover dell’internazionale “The wonders you perform” del cantante Tammy Wynette e , di condurre le trasmissioni televisive , entrambe con la regia di Antonello Falqui , “E tu che fai ? Io questa sera vado a casa di Ornella” e “L’appuntamento” (a fianco dell’attore Walter Chiari) . Nel 1976 , fondai la mia etichetta discografica , la “Vanilla” e produssi il disco : “La voglia ,la pazzia, l’incoscienza e l’allegria” con brani scritti e arrangiati da Sergio Bardotti, Vinicius De Moraes e Toquinho. Devo dire che ,da ragazza , ero un bel tipo e , per vanità , decisi di posare per la rivista maschile “Playboy” : in cambio del compenso, chiesi e ottenni una scultura dell’artista Arnaldo Pomodoro , divenuto un grande amico e scenografo dei miei concerti. Verso la fine degli anni Settanta , affiancai ancora come conduttrice televisiva ,il comico siciliano Pino Caruso , nel varietà : “Due come noi” e girai,a quasi vent’anni di distanza dall’ esordio cinematografico con la pellicola di Sergio Corbucci, “Romolo e Remo” , il film ,opera prima come regista dell’attore Ugo Tognazzi, “I viaggiatori della sera” . Il decennio degli Ottanta , segnato dal passaggio alla casa discografica “CGD” , vide la pubblicazione di tre album pluripremiati : “Ricetta di donna” (1980) , “Duemilatrecentouno parole” (1981) , “Uomini” (1983) ; la maggior parte delle canzoni furono composte da Sergio Bardotti e da me, perché ,se sul tavolo non arriva del materiale eccellente , bisogna saper fare da sé ; in questo mestiere è indispensabile darsi delle cariche nuove !. Dunque, sono orgogliosa di aver dato foggia a brani, quali : “Ricetta di donna” , “ Per un ‘amica” , “Questa notte c’è” , “Vai, Valentina” , “Musica” . Ciò , d’altronde, non sarebbe stato possibile senza la guida e il prezioso aiuto di Sergio Bardotti, cui devo l’interesse per il jazz e l’incontro a New York con personalità quali : George Benson e Ron Carter ; quindi , visto che se n’è andato molti anni fa, gli renderei omaggio con un applauso !. La fortuna di un /una cantante , del resto, sono gli autori e, a giudicare dai miei , si direbbe che io sia stata baciata dalla dea bendata : Ivano Fossati ( nel disco del1987 ,“O”) , Mario Lavezzi ( negli album del 1992 e del 1995 , “Stella nascente” e “Sherazade. Ritratti femminili” ) , Paolo Fresu (nel disco del 1997 , “Argilla”) ed Enzo Gragnaniello ( cantautore del brano , quarto posto sanremese nel 1999 , “Alberi” ) . Proprio nel 1999 , in una delle serate del “Festival di Sanremo” , a sorpresa , la giuria mi attribuì un riconoscimento alla carriera : cosa speravano ,quelli, che, compiuti settant’anni ,sarei andata in pensione ? . Bé , mi sa che li ho beffati, perché, anche nel nuovo Millennio, ho realizzato progetti musicali importanti : il disco -tributo al compositore Burt Bacharach , “Sogni proibiti” del 2003,l’album “Ti ricordi ? No, non mi ricordo” , scritto e inciso con Gino Paoli nel 2005 e i duetti con artisti affermati ( Eros Ramazzotti , Mina , Lucio Dalla ) ed emergenti ( Giusy Ferreri, Simona Molinari ) nei dischi: “Una bellissima ragazza “ del 2007 e “Più di me “ del 2008 .
A quarant’anni , ho giurato che non avrei mai scritto un’autobiografia ,ma non ho rispettato quel giuramento e, nel 2011 , ho reso edito il mio diario : a proposito , vi autorizzo a leggerlo per verificare se ho detto qualche bugia o ho omesso qualcosa !. Ancora in sala di registrazione per incidere i dischi “Meticci”, “Un pugno di stelle” e il brano dei Dik Dik ,“Io mi fermo qui”, fra il 2014 e il 2018, sono salita sui palcoscenici d’Italia per un nuovo ciclo di tournée : “Un filo di trucco, un filo di tacco”, “Free soul” e “La mia storia”, senza trascurare il “Festival dei Fiori”, nel quale, decisa a gareggiare, ho cantato la canzone “Imparare ad amarsi” di Bungaro, Pacifico, Fresa e Chiodo, classificatasi al quinto posto . Mai dimentica di essere anche un’attrice, ho provato il brivido del Cinema, interpretando ruoli di “carattere” nei film di Alessandro Genovesi: “Ma che bella sorpresa” e “7donne e un mistero”, quest’ultimo tratto da una commedia francese di Francois Ozon. Giunta alla soglia dei sessant’anni di carriera, nel 2021, mi sono regalata un album: “Unica”, scritto da cantautori quali: Francesco Gabbani e Giuliano Sangiorgi, un docu-film sulla mia vita, diretto da Elisa Fuksas, presentato nell’ambito della 78°Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e la partecipazione a una serie di Rai Uno, “La compagnia del cigno”, scritta e diretta da Ivan Cotroneo e da Monica Rametta, nel ruolo di me stessa. Giudice a caccia di talenti in vari show televisivi Rai, come: “Star Academy” e “Ora o mai più”, ho conquistato la platea del Festival di Sanremo, presentando, in qualità di ospite, il brano: “Un sorriso dentro al pianto”e le classifiche estive con la canzone “Toy boy”, cantata con il duo Colapesce e Di Martino. Potrei raccontarvi ancora dei tanti premi e titoli onorifici ricevuti, come l’ “Elsa Morante” alla carriera e l’onorificenza di Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica, oppure dei miei nipoti, Camilla e Matteo, ma credo di essermi dilungata troppo e non voglio più annoiarvi ; desidero lasciarvi ,invece, alla visione di questo film , cosa per la quale siete venuti in macchina fino a qui e avete fatto code interminabili, sperando di trovare un parcheggio libero ! . Tuttavia, non posso congedarmi da voi senza che , la musica, per il tramite della mia voce, vi abbia descritto ,prima delle immagini, chi sono e , affinché questo accada è ancora necessario afferrare insieme una manciata di passato . Nel 1960 , Gino Paoli, un autore ventenne non bello , ma di belle speranze , conosciuto per caso nella sala registrazione di una casa discografica, promise che mi avrebbe fatto un ritratto in versi e in musica ; avendo mantenuto la parola data , scrisse così : “Senza fine, tu sei un attimo senza fine / non hai ieri e non hai domani / tutto è ormai nelle tue mani / mani grandi , mani senza fine / Non m’importa della luna / non m’importa delle stelle / Tu per me sei luna e stelle / Tu per me sei Sole e cielo / Tu per me sei tutto quanto / Tutto quanto voglio avere / Senza fine…”.