Mer. Mar 29th, 2023

Giugno 1943. Firenze(Oltrarno) . Nei pressi delle mura della città , gli abitanti della cerchia Sud si accingono a celebrare la fine della primavera, danzando in una gara pubblica . Le coppie , protagoniste di una sfida a tempo di valzer , si dispongono sull’angusto palcoscenico di legno adibito in un angolo della adiacente piazza Giuseppe Poggi. L’atmosfera di festa , resa ancor più viva dai colori e dai profumi intensi di una serata di inizio estate, contrasta con i suoni angosciosi degli aerei nazi-fascisti che sorvolano i cieli per ispezionare la zona . Confusisi tra la folla , due ballerini si fanno largo per raggiungere il palcoscenico . Giunti in prossimità del proscenio , l’uomo , un giovane baffuto , vestito con un frac rammendato , prende in braccio la sua dama , aiutandola a salirvi sopra . Il presentatore della serata , dissoltesi le note della canzonetta : “Mattinata fiorentina”, suonata da un quartetto d’archi e pianoforte nascosto in una buca , prende la parola per annunciare l’inizio della tenzone . Le coppie , eseguite le loro coreografie , volteggiano leggiadre , mentre un giudice severo , passando loro accanto , ne scruta i passi , pronto a eliminare le più scarse. D’un tratto , un’attempata signora proveniente dalle quinte avanza con aria minacciosa verso la ribalta e , dopo essersi segnata , sotto lo sguardo attonito di centinaia di concittadini , interrompe lo spettacolo gridando : “Fermi tutti!, maestro fermate la musica !…Oh , vu’ssiete tutti matti!…Ma nun vi siete accorti che in mezzo a codesti danzatori ci so’ due omini ? …Du’ omini , sì!!! …L’è inutile che mi guardate con codeste facce !…Sì , avete capito bene : qui ci sono du’ omini che ballano ‘n’sieme e uno l’è travestito da donna !…Vu’ lo volete sape’ chi sono codesti mascalzoni ? …quei due lì , al centro , quelli che sorridono come du’ bischeri!…L’uno l’è il Poli , il figlio del carabiniere e l’altro l’è il Nini , il figlio del Gino di Careggi , il calzolaio !…” . “Sì , lo confesso !…” , arringa il Poli rivolgendosi  alla folla , mentre si sfila dal capo la parrucca  , “Sono un uomo e allora ? …cosa c’è di tanto scandaloso ? …Suvvia , non siate bigotti! …Li sentite gli aerei sopra le vostre teste ? , è il rumore della guerra!!! , perciò divertitevi finchè potete …e lasciatemi divertire !”.

“Tra i suoi molteplici volti nascosti , c’è essenzialmente quello d’un soave , ben educato e diabolico genio del male : è un lupo in pelli d’agnello e nelle sue farse sono parodiati insieme gli agnelli e i lupi , la crudeltà efferata e la casta e savia innocenza” . Così la scrittrice e giornalista Natalia Ginzburg si  espresse  sul conto dell’attore Paolo Poli . Nato a Firenze il 23 maggio del 1929 , figlio di un carabiniere e di una maestra , trascorse l’infanzia e la giovinezza insieme ai cinque fratelli . Terminati gli studi e conseguita la laurea in Letteratura francese , si dedicò al teatro , passione condivisa con la sorella Lucia divenuta anch’essa attrice . Ingaggiato nel 1949 dal burattinaio Carlo Staccioli , esordì prestando la voce a personaggi di cavalieri e streghe . Attratto dal trasformismo e dall’arte del travestitismo,  si esibì in feste e in balli pubblici  indossando abiti da donna . Trasferitosi a Roma  negli anni Cinquanta , grazie a un servizio fotografico realizzato dall’amico (futuro regista ) Franco Zeffirelli , fu scritturato da Mario Costa e da Giacomo Gentilomo per piccoli ruoli nelle pellicole “Gli amori di Manon Lescaut” e “Le due orfanelle”, debuttando così nel cinema. Anima del teatro d’avanguardia genovese “La borsa di Arlecchino” , nel 1958 diede vita a spettacoli pervasi da una comicità surreale , basata su giochi di parole , facendosi apprezzare dai capocomici Tina Pica e Polidor . Protagonista sul grande schermo di film come “Camping” , diretto da Franco Zeffirelli , nel decennio Sessanta divenne un volto noto del primo canale della Rai , raccontando a una generazione di bambini favole attinte dal repertorio classico (Esopo) . Regista di opere teatrali quali : “Aldino mi cali un filino” , “Rita da Cascia” (lettura irriverente dell’agiografia della santa ,cui seguirono polemiche e un’interrogazione parlamentare su richiesta dell’Onorevole democristiano Oscar Luigi Scalfaro) , “Caterina De Medici”, “L’asino d’oro” , “I viaggi di Gulliver”, “La leggenda di San Gregorio”, “Il coturno e la ciabatta”e “La nemica” (opera , quest’ultima , scritta da Dario Niccodemi) , non trascurò nè il cinema , prendendo parte alle pellicole   “Cronache del ’22” di Guidarino Guidi e “H2S” di Roberto Faenza , nè la televisione , partecipando a varietà del sabato sera (“Canzonissima” e “Milleluci” ), a spettacoli di prosa e a sceneggiati (“Souper” di Vito Molinari , “Tutto da rifare pover’uomo” di Eros Macchi e “Gli equivoci di una notte” di Edmo Fenoglio) . Sempre attivo sui tre fronti del cinema , del teatro e del piccolo schermo , negli anni Settanta recitò nella pièce “Femminilità” e nei film di Sergio Spina e Beppe Recchia “L’asino d’oro : processo per fatti strani contro Lucius Apoleuus cittadino romano” e “La piazza vuota”, impreziosendo poi con le sue interpretazioni garbatamente irriverenti le operette e gli  sceneggiati televisivi : “Al cavallino bianco” di Vito Molinari e “I tre moschettieri” , adattamento dell’omonimo romanzo d’appendice  di Dumas padre realizzato da Sandro Sequi. Voce narrante dei romanzi di Aldo Palazzeschi “Sorelle Materassi” e “Il codice di Perelà” , trasmessi da Radio Rai e più recentemente di “Pinocchio” , favola di Collodi  in versione audiolibro , non abbandonò il palcoscenico neppure al compimento degli ottant’anni nel 2009 , quando interpretò la commedia , desunta dai racconti di Goffredo Parise , “Sillabari”, cui seguirono nel 2010 l’opera “Il mare” , tratta da alcuni racconti di Anna Maria Ortese e nel 2014 “Aquiloni” . Ritiratosi nel 2015 , dopo aver preso parte al  programma del terzo canale Rai “E lasciatemi divertire” , condotto da Pino Strabioli ,  è apparso in pubblico per l’ultima volta il 7 gennaio del 2016 , a Firenze , in occasione dell’inaugurazione del  teatro Niccolini ,  restaurato dopo vent’anni d’attesa . Raccontato della sua vita e della sua carriera nello spettacolo-intervista “Teatrino” , si è spento improvvisamente , all’età di ottantasei anni ,  il 25 marzo presso l’ospedale Fatebenefratelli di Roma , presso il quale era ricoverato da un mese , a causa di una grave malattia. Poco prima della sua scomparsa aveva dichiarato  : “Non ho paura della morte : quando arriva , dicevano i Greci , non ci sono più io” . Appreso della sua morte , unanime si è levato il coro dei colleghi “teatranti” : “Mancherà al teatro italiano la sua pungente ironia , il suo garbato istrionismo , la sua vena poetica e al  tempo stesso comica” .