Negli ultimi anni la società si è soffermata maggiormente sulla questione delle donne, trascurando il dramma che vivono i papà separati. Nei giorni scorsi la città di Caserta, grazie ad una iniziative promossa dal comune, è stata installata una panchina azzurra per rivendicare il diritto degli uomini separati alla bigenitorialità.
Sono anni che come organo d’informazione ci battiamo per il diritto dei padri ad avere un contatto maggiore con i figli dopo la separazione. Purtroppo la maggior parte delle leggi italiane vanno a favore delle donne penalizzando notevolmente la vita degli uomini dopo la fine di una relazione. Lo chiediamo a gran voce, e la panchina del comune di Caserta è un segnale forte che può invogliare altri a farlo. Tale accordo prevede che venga istituito, presso la sede del Comune, uno sportello di ascolto e consulenza legale e psicologica a favore dei padri separati a cura dell’Associazione “Differentemente APS”, che metterà a disposizione il proprio staff di esperti per coordinare gli operatori e i professionisti volontari. Lo sportello avrà le seguenti finalità: accogliere, informare, sostenere, salvaguardare l’educazione dei figli, accompagnare il padre nel recupero del rapporto genitoriale, aiutare i padri separati a vivere la propria paternità con consapevolezza, impegno e partecipazione responsabile. I servizi offerti saranno quelli di assistenza e consulenza psicologica, assistenza legale (civile e penale), mediazione familiare, mediazione culturale, orientamento al lavoro.
Ad un padre quando gli togli un figlio è come togliergli la libertà. È come soffocarlo nella sua esistenza impedendogli di coltivare l’amore che nutre per i suoi figli. Inoltre, avrà una vita difficile anche economicamente, poiché è quello che paga di più in termini economici la separazione. È vero che la cassazione negli ultimi anni si è pronunciata più volte per eliminare storture, ma non basta, poiché ancora oggi ci molti padri che vivono situazioni difficili dopo la separazione. Ci vogliono leggi nuovi che mirino a ristabilire un equilibrio nelle coppia dopo la fine della relazione. Anche perché succede spesso che le donne usano i figli come “arma di ricatto”, e questo può determinare fattori di rischio sia per la donna sia per l’uomo, portandoli ad azioni che poi possono sfociare in azioni imprevedibili. L’esasperazione di una situazione insostenibile psicologicamente, può essere il fattore che può portare ad azioni fuori luogo. Quindi, come ha fatto il comune di Caserta, bisogna aprire la porta alle panchine azzurre per far capire ai giovani che la separazione o la fine di una relazione, non deve essere un dramma infinito, ma un percorso dove ognuno può ricostruirsi una vita senza troppi difficoltà. Figli compresi.