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Da Parete la cultura conquista Viterbo. Pasquale Picone amava la sua terra ma ha trovato lustro in quella di Viterbo

PARETE-A volte ci sono percorsi di vita che non trovano lustro nella propria terra d’origine, ma riescono ad avere riscontri altrove. Pasquale Picone è partito dalla sua terra per trasferirsi in quella di Viterbo, dove ha trovato un ambiente capace di accoglierlo e gustarne le sue capacità culturali, tanto da divenire amato e stimato sia come docente sia come uomo di cultura e filosofo. Pasquale lavorò per dieci anni nell’Ospedale Psichiatrico “S. Maria Maddalena” di Aversa e, in seguito alla 2° rete radiofonica della RAI a Roma. Si laureò in filosofia, con lode, alla Federico II di Napoli e in psicologia alla Sapienza di Roma, specializzandosi in Pscicoterapia ad indirizzo Junghiano a Roma. Membro dell’ordine dei psicologi del Lazio. Un uomo di cultura che non trovò spazio in quella che lui chiamava la culla dell’agro aversano. Dopo aver superato un concorso ordinario, ricoprì l’incarico di dirigente scolastico presso il Liceo Classico Statale “Guglielmotti” di Civitavecchia, il liceo scientifico statale di Ronciglione (VT) con liceo linguistico e liceo statale delle scienze umane di Bassano Romano (VT) ed, infine presso il liceo Artistico ed istituto professionale di Viterbo.
L’inquietudine e il desiderio di conoscenza affiorano sin dalla prima giovinezza. L’esplicitazione di temi filosofici e lo scandaglio dell’inconscio, gli erano cari prima ancora di compiere gli studi universitari a Napoli e a Roma. Sviluppò un amore ed una professionalità rare a vedersi, diventando un esperto di psicologia analitica e studioso di CG Jung.
Approdò nel mondo della scuola, ove impegnò, con spirito critico e costruttivo, nel ruolo di docente di filosofia prima e di dirigente scolastico poi. In terra di Tuscia si stabilì, presiedendo la sezione della società filosofica italiana di Viterbo. Non mancò di affrontare, con una visiona laica, temi religiosi. Studiò San Francesco d’assisi, San Bonaventura da Bagnoregio e Sant’ Egidio da Viterbo.
Sempre, ad ogni minima occasione, ricordava le sue origini e la sua natìa Parete. Lascia una bella eredità fatta di libri, poesie, scritti, pubblici interventi ed indimenticabili ricordi. Lo ringraziamo per l’immaginifico messaggio che ha sempre diffuso e che ora lascia ai posteri: “Siamo polvere, dobbiamo ambire a diventare polvere di stelle”. E come tutti i meridionali, anche Pasquale ha espresso il desiderio di far ritorno nella sua terra, ed ora riposa affianco ai suoi cari nel cimitero di Parete.

Redazione

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