Parete. L’errore di non aver mai creato industrie di trasformazione in loco
In questo momento tragico ognuno di noi fa l’analisi del passato. Chiusi in casa stiamo riflettendo a lungo. C’è la consapevolezza che la vita fatta finora ci ha portato a fare tanti errori.

In questo momento tragico ognuno di noi fa l’analisi del passato. Chiusi in casa stiamo riflettendo a lungo. C’è la consapevolezza che la vita fatta finora ci ha portato a fare tanti errori. In questo momento che il nostro comparto agricolo è in enorme difficoltà, mi rendo conto che in passato sono stati commessi enormi errori in termini di filera agricola. Siamo un territorio a vocazione agricola. Tutto l’agro aversano e buona parte della provincia di Caserta, è a vocazione agricola. Manca in comparto industtiale per trasformare in loco i nostri prodotti. Abbiamo dato la possibilità a pochi di gestire il patrimonio che ruota intorno all’agricoltura, ricevendo poco o nulla. Io guardo sempre con attenzione l’agro sarnese, li hanno fatto quello che non abbiamo fatto noi con la fragola e gli altri frutti. Intorno alla coltivazione del pomodoro sono nate tante industrie di trasformazione che oggi sono marchi importanti di cui noi stessi facciamo uso. Oggi non solo ritirano la produzione locale, ma ritirano pomodori coltivati in buona parte del sud per poi trasformalo in pelati, sughi, e tante altre specialità. Io le ho visitate rendendomi conto dell’immenso patrimonio che sono riusciti a costruire. Noi no. Noi ci siamo limitati a raccogliere le nostre fragole e frutti per poi mandarli altrove creando solo lavoro stagionale. Un potenziale settore industriale di trasformazione, come è successo a Sarno e zone limitrofe, ci consentiva di avere un tessuto produttivo enorme e disoccupazione zero nel nostro territorio. Questo inferno ci sta insegnando tanto. Spero, una volta usciti da questa tempesta mortale, di ricostruire tutto con un impegno indirizzato a valorizzare ciò che abbiamo, facendolo diventare potenziale ricchezza per tutti e non per pochi.