PARETE. Museo o mostra della fragola? Il dubbio c’è
PARETE- Si sta facendo una bella propaganda intorno a qualcosa che, a mio avviso, non è altro che una mostra cartacea delle fragole all’interno del palazzo ducale. Chiamarlo museo è veramente un azzardo. Un museo è qualcosa che raccoglie al suo interno reperti storici.

PARETE- Si sta facendo una bella propaganda intorno a qualcosa che, a mio avviso, non è altro che una mostra cartacea delle fragole all’interno del palazzo ducale. Chiamarlo museo è veramente un azzardo. Un museo è qualcosa che raccoglie al suo interno reperti storici. L’attuale museo della fragola, così come è stato battezzato, ha solamente le sembianze di una mostra cartacea e nient’altro. Basta visitarlo per rendersi conto che è così. Reperti storici intorno alla fragola non esistono, quindi al suo interno si trova documentazione che su internet si reperisce in meno di dieci minuti.
Chiaramente nemmeno chi l’ha creato può reperire reperti storici intorno alla fragola, ripeto, a Parete non esistono. Forse era meglio, a mio modesto parere, optare per qualcosa di più ampio. Parete è un paese a vocazione agricola da sempre, quindi era meglio un museo agricolo di Parete. Poi bastava farsi un giro nelle case dei paretani e si reperivano reperti storici a go go. Perché ci sono. In abbondanza pure.
In questi giorni di festa, in una chiacchierata amichevole con il vice sindaco Michele Falco, ho condiviso diverse idee e pensieri, per primo, l’esigenze di ampliare quello che è stato costruito affiancandolo con reperti agricoli che possono dare senso al nome museo. Chiacchierata che ci ha visti in sinergia su diversi punti.
La coltivazione delle fragole a Parete ha le sue fondamenta a inizio anni settanta da parte di due famiglie di agricoltori paretani. A quel tempo Parete era un paese che coltivava esclusivamente pesche e pomodori, e demolire piantagioni di pesche era quasi un sacrilegio. Ma queste due famiglie coraggiose si misero insieme e seminarono le prime fragole, frutto sconosciuto all’agricoltura paretana. Le prime piantagioni mostravano grosse difficoltà di coltivazione, perché ancora non c’erano strumenti come quelli attuali. Esse si piantavano appoggiate direttamente al terreno senza i sorchi rialzati, e sotto veniva messa la paglia per evitare il contatto diretto con il terreno. Le fragole non dovevano assolutamente toccare il terreno, altrimenti si perdeva il raccolto. La coltivazione avveniva a cielo aperto, senza le attuali coperture. Per due anni queste due famiglie furono le uniche in assoluto a piantare le fragole. Ma dopo il primo, il secondo, il terzo anno altri agricoltori, armati di coraggio, decisero di seguire l’esempio smantellando i terreni coltivati a pesce e seminarono fragole. Il metodo di coltivazione cambiò in breve tempo, e furono adottate altre procedure che alzavano di poco il terreno dal suolo con appositi sorchi coperti di plastica che, a sua volta, aveva dei fori per accogliere le piantine del frutto rosso. Dopo diversi anni la produzione aumentò notevolmente e furono installate serre per garantire l’arrivo anticipato delle fragole. Questo è un piccolo cenno di storia delle fragole di Parete, di cui sono conoscitore diretto e non per sentito dire, e credo non esiste nella raccolta dati presente nel palazzo ducale.
Quindi suggerisco di creare una sorta di reperto storico della fragola di Parete: chiamate a raccolta agricoltori ancora in vita che hanno iniziato la storia delle fragole di Parete, oppure i loro eredi che hanno continuato l’avventura e ricordano il trascorso dei loro padri, e scrivete un libro sulla storia delle fragole di Parete, solo così avete un reperto storico in quello che è definito museo. Libro, chiaramente, che deve essere un’esclusiva che si può vendere solo all’interno del palazzo ducale a chi verrebbe a visitarlo. Se Parete è la città della fragola, al suo interno deve avere la storia delle fragole di Parete, e non solo dati che riguardano il prodotto comune a tutto il territorio nazionale. Per chiamarlo museo un minimo di reperto storico ci vuole!!!