Parete. Roghi: cose sentite 20 anni fa, scarsa la partecipazione
ieri sera scarsa partecipazione parete sulla questione roghi

Ieri sera i veri perdenti sono stati i cittadini di Parete e dell’agro aversano, che ancora una volta hanno dimostrato di non avere a cuore la propria vita e quella della terra in cui vivono. Ci sono molte cose che non si condividono, e sono il primo a non condividere, ed è legittimo, ma partecipare è sempre un obbligo quando si tratta di difendere il futuro della nostra terra.
Personalmente già sapevo di cosa si sarebbe parlato, e alla fine ho udito quello che ho ascoltato venti anni fa. Una ripetizione del passato in chiave moderna. Nulla di che. Si sono affacciati al balcone della protesta gli stessi attori di sempre, quelli che con le bandiere del NO hanno impedito che molte cose si facessero in merito alla delicata questione rifiuti. Forse anche per questo le persone non hanno partecipato: sono stanche delle solite morali che non portano da nessuna parte, e disertano per non ascoltare le solite litanie. Ed è palese e scontato, perché quello che si è detto ieri sera le mie orecchie le hanno ascoltate dal primo giorno che mi sono cimentato nel lavoro giornalistico. Non solo, anche i soliti volti della protesta si sono succeduti a dire quello che dicevano ieri e continuano a dire oggi.
Il risultato non è cambiato, il problema c’era allora e c’è pure oggi. Il problema ha dimensioni enormi, poiché mai si è creata la condizione della filiera dei rifiuti capace di abolire le tante negligenze che ruotano intorno alla munnezza campana. In tutti questi anni hanno fallito tutti, ma proprio tutti.
Se a San Tammaro c’è un sito di compostaggio che non parte da venti anni, la colpa è di tutti. Se oggi dobbiamo ancora combattere contro i roghi, la colpa è di tutti gli attori in campo. Se non abbiamo i termovalorizzatori o inceneritori che si voglia dire, la colpa è di tutti. I roghi si sprigionano perché non ci sono controlli, dicevano dal sacrato, se ci fossero le condizioni giuste e la civiltà dei cittadini, i controlli non avrebbero ragione. Lo sanno tutti. Non è solo una questione di controlli, è il sistema rifiuti in Campania che non ha mai funzionato e crea disordini. Al nord, molto più industrializzato di noi, non hanno nessun problema, eppure lì dovrebbero stare peggio, invece no, stanno benissimo e pagano anche pochissimo, perché hanno tutto quello che serve per smaltire i rifiuti.
Ieri sera non si sono ascoltate soluzioni nuove, nulla, solo la solita “caciara” di chi vuole alzare la voce, ma alla fine non si è detto nulla di nuovo più di quello che già tutti sanno: il problema munneza la Campania non l’ha mai risolto. Ieri sera, ancora una volta, ho ascoltato la protesta contro gli inceneritori. E ognuno di noi dovrebbe pure accettare le loro posizioni come sacramento liturgico. No, personalmente la penso diversamente, ma per esperienza vissuta lì dove i termovalorizzatori ci sono e non hanno creato nessun problema. Il discorso è molto lungo, non basta un servizio per spiegare quello che è successo nella nostra terra. La differenziata non è l’unica soluzione per eliminare il problema rifiuti. Puoi differenziare quello che vuoi, ma se non ci sono le condizioni per smaltirli, i rifiuti differenziati rimangono a giacere nei siti di stoccaggio finché, per magia, vanno in fiamme. Il decreto del governo Prodi, recepito dal governo Berlusconi, aveva chiesto 4 inceneritori, sono passati tantissimi anni da quel decreto, non si è fatto nulla, proprio nulla. Mentre quella è l’unica soluzione per uscire dall’inferno. E lo dimostra la realtà: da quando paesi come Cina e India hanno detto basta ai nostri rifiuti, a partire dalla plastica, la questione è diventata delicata e siamo andati in panico. È questa la vera ragione di quello che sta succedendo. Poi qui non vogliamo gli inceneritori, però i nostri rifiuti vanno altrove per essere bruciati negli inceneritori altrui, pagandoli a peso d’oro, e noi rimaniamo col cerino in mano. Oggi parlano di economia circolare pur sapendo che ci vogliono 50 anni e più per arrivare a metà regime. Ma oggi, prima che passano 50 anni, come lo risolviamo il problema? Ce lo fate capire voi fautori del NO a prescindere?
Non è una polemica, è una questione di stanchezza, non solo mia personale, ma credo di tutti i cittadini della Campania, perché è dal 1990 che corriamo dietro ai rifiuti, e con questa questione continuiamo solo a macchiare l’onorabilità della nostra bellissima terra.
Francesco Torellini