A Parete serve una capillare videosorveglianza e non aspettare lo stato

PARETE- La Camorra è come la gramigna: la sradichi, ma ricresce. Essa va combattuta con la cultura, perché è l’unico strumento per educare le future generazioni a guardare avanti senza il pericolo di essere contagiate da un passato che ha già fatto enormi danni.

A Parete serve una capillare videosorveglianza e non aspettare lo stato

PARETE- La Camorra è come la gramigna: la sradichi, ma ricresce. Essa va combattuta con la cultura, perché è l’unico strumento per educare le future generazioni a guardare avanti senza il pericolo di essere contagiate da un passato che ha già fatto enormi danni. Siamo dinanzi ad episodi che fanno tornare in mente stagioni che hanno leso lo sviluppo del territorio. Stagioni che nessuno vuole tornino di nuovo, perché gli sforzi fatti finora non possono essere annientati da qualche altro manipolo di soggetti che vuole di nuovo imporre la paura a chi lavora.
Quello che è successo l’altra notte è il segnale che la malavita organizzata vorrebbe rialzare la testa. Due atti che hanno la puzza nauseante di un sistema che vuole continuare a vivere sulle spalle di chi produce. I giovanissimi non ricordano cosa è successo in questo territorio per colpa della camorra. Quando parlo di cultura mi riferisco proprio al fatto che i giovanissimi devono sapere perché queste terre sono ferme, affinché il loro futuro sia distante dalla cultura dell’arricchimento facile dei criminali imposto al suono di colpi di pistola e bombe.
“Lo stato non ci lascerà solo”, ha detto il sindaco, personalmente mi affiderei poco alla coscienza dello stato, perché è lo stesso stato che ha dimezzato i fondi alle forze dell’ordine, quindi, alla sicurezza. Invece di puntare sulla sicurezza dei cittadini investendo, costringe le forze dell’ordine a lavorare in condizioni precarie, con scarsi mezzi e scarsi uomini. Per fortuna riescono a fare un lavoro capace di contrastare questo fenomeno criminale nonostante le risorse economiche diminuiscono ad ogni manovra finanziaria. Ma è anche lo stesso stato che ha lasciato sommergere dalla neve intere popolazioni del centro Italia prima di intervenire, nonostante i sindaci esortavano a prendere provvedimenti perché la neve aveva raggiunto i tre metri di altezza. Se non fosse stato per la sequenza delle tre scosse di terremoto, nessuno sapeva cosa stava accadendo nel centro Italia colpito dal sisma. Quello che i governanti, cioè lo stato, avevano detto per mero gusto di apparenza: “Non vi lasceremo soli”, si è tradotto nell’ennesima bugia della politica che forma lo stato.
Il sindaco ha chiesto un comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico, sappiamo tutti che serve a ben poco, perché già in passato sono state semplici passerelle improduttive. Semmai occorre affrettarsi a dare al paese una capillare videosorveglianza partendo dal centro storico e le arterie principali del paese, per poi essere estesa nelle zone rurali. La videosorveglianza è uno strumento che rende anche il lavoro degli inquirenti meno difficile se c’è da scovare i criminali. La videosorveglianza non è necessaria, è urgente. Finora nessuna amministrazione si è impegnata a realizzare l’occhio vigile delle telecamere per il paese. Le forze dell’ordine non possono aggrapparsi a nulla per ripulire il territorio, quindi, bisogna concentrare tutte le attenzioni su come video-sorvegliare il paese al più presto.
Francesco Torellini