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PD-LEU, alleati di governo del M5S, portano lo spettro del 1992 di Amato

L’Italia ha bisogno di essere sburocratizzata e un’urgente bisogno di eliminazione della pressione fiscale. Oggi stiamo lottando contro la pandemia, ma appena questa sarà finita, l’Italia dovrà attraversare un momento delicato legato alla situazione economica. Chiunque governerà questo paese avrà enormi difficoltà per reperire risorse in grado di mandare avanti la nazione. L’Europa ha dimostrato in pieno il suo peso durante la pandemia. Non è affidabile: e da marzo che si parla di risorse ma alla fine non arrivano mai. Le risorse europee sono diventate solo una macchina propagandistica. Nient’altro. Anche perché parliamo di debiti e non di fondo perduto come dovrebbe essere.
Lo schema è talmente consolidato che ogni singolo paese in futuro dovrà provvedere a se stesso. L’Europa, una volta terminata l’epidemia, ritornerà ad avere i soliti atteggiamenti, guardando solo all’interesse finanziario e non ai bisogni dei cittadini. Da qui che inizieranno i problemi per il bel paese. Oggi il governo, su proposta di due parlamentari, uno del PD e l’altro di LEU, la costola di sinistra pura del governo giallorosso, intendono presentare una proposta di patrimoniale. A nessuno dispiace che chi ha di più inizia a mettere sul piatto soldi per salvare la nazione. Perché fra qualche mese c’è da salvare l’Italia dal baratro economico. Sia chiaro.
L’emendamento che si vuole portare in parlamento è davvero “ingannatore”. Da un lato chiede l’abolizione di Imu e imposta di bollo sui conti, ma dall’altro introduce una tassazione progressiva che ha il sapore della patrimoniale. In realtà ha tutto il sapore dell’ipotesi di un prelievo. L’aliquota progressiva prevede un prelievo dello 0,2 per cento per tutti i patrimoni che vanno da 500mila euro a un milione di euro. Però nel conteggio del patrimonio non ci sono solo i risparmi ma anche i beni immobili. L’aliquota poi sale sempre di più con l’aumento del patrimonio: 0,5 per cento per la fascia che va da un milione di euro a 5 milioni di euro. Fino a toccare l’1 per cento tra i 5 e i 50 milioni di euro e il 2 per cento per i patrimoni ancora più alti. Se si analizza in pieno la misura che si vuole adottare, si deduce che siamo alle porte di un nuovo 1992, quando in una sola notte il governo Amato mise in atto un prelievo forzoso sui conti correnti degli italiani. Se si vuole veramente attaccare i ricchi, si deve orientare l’interesse su quel 10% di italiani che detiene quasi tutta la ricchezza del paese. Inoltre, questa nazione ha bisogno di lavoro vero, e non quello che riduce in schiavitù le persone con orari sballati e retribuzioni da fame.

Redazione

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