Categories: Cronaca

Pensare a una Campania e il sud che produca per conto suo

Il coronovirus ha dato una mazzata agli assetti di diverse regioni. La prima che oggi si lecca le ferite del disastro coronavirus è proprio la Lombardia, quella regione che da sempre si definisce il pilastro dell’Italia. Nulla da togliere al merito di aver costruito una regione industrializzata dopo la fine della seconda guerra mondiale con il supporto politico della DC e PCI, che hanno concentrato tutta la ricchezza al nord.
Il sud è rimasto a guardare e oggi si rende conto che dipende molto dalla produzione del nord per sopravvivere. Quasi il 70% che consuma il sud si produce al nord. Un errore che, solo oggi, si comprende in pieno. Passata la tempesta bisogna guardare al domani con occhio diverso. Prendere atto che così non può più andare avanti: bisogna diventare autonomi in termini di produzione per soddisfare il fabbisogno proprio.
Facciamo degli esempi: abbiamo l’agricoltura che finora, i suoi prodotti raccolti dalla terra, trasformati in prodotti di lunga durata al nord. Ebbene, dopo il virus, dobbiamo iniziare a sfruttare tutti i finanziamenti statali e dell’Europa, se ancora esisterà, per iniziare un processo di conversione indirizzato alla produzione locale dei nostri prodotti ricavati dalla terra. Ci porterebbe ad avere una produzione capace di soddisfare già le aspettative alimentari della regione Campania e di altre regioni del sud. Iniziare a commercializzare nel mondo il made in sud. Questa è solo un’ipotesi che si deve mettere in cantiere appena dopo che è passata la tragedia. Non solo, ampliare il tessuto produttivo anche con aziende che possono soddisfare altri bisogni alimentari come latte e biscotti. Altri prodotti già siamo in grado di produrli, come pasta e passate di pomodoro, dove siamo i maestri. Questi due settori vanno potenziati con invenzioni di marketing per aprire nuovi fronti di mercato nel resto del mondo. Abbiamo il tessuto produttivo che ruota intorno al caseario, al vino, l’olio, per dirne qualcuno. Per non parlare del turismo, qui siamo imbattibili, nessuno può copiarci qualcosa è portarsela via, impossibile. Cosa significa tutto ciò: vuol dire diventare autonomi e poter gestire un patrimonio unico di ricchezze che consente di crescere economicamente in meno di dieci anni, creando, inoltre, una ricchezza occupazionale impressionante. Il sud può dimostrare di avere risorse umane in grado di portare avanti un tessuto industriale. Turismo e agricoltura, sommate a una catena industriale di trasformazione, farebbero della Campania e l’intero sud, una macchina infernale che nemmeno imbattibile.

Redazione

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