Categories: Cronaca

Pensioni, follie politiche italiane: lo stato ti presta i soldi per andare in pensione

ROMA- Ci sono dei lavori che quando arrivi all’età di 60 annPensioni, follie politiche italiane: lo stato ti presta i soldi per andare in pensione non si possono più fare, se non prima. Questi si chiamano lavori usuranti, cioè una vita intera hai fatto lavori manovali che ad una certa età non si riescono più a fare. Per questi soggetti ci vorrebbe la pensione a 60 anni, perché è matematicamente impossibile continuare a lavorare.
Ora la chiamano flessibilità in uscita, significa se tu vuoi andare in pensione tre anni prima, perché magari non ce la fai più a lavorare, lo puoi fare, però c’è un taglio dell’assegno Inps che può arrivare al 15%. Lo strumento è quello del prestito da stipulare con la banca, che dovrà anticipare al neo pensionato l’assegno netto per gli anni che mancano al raggiungimento dell’età del ritiro. La restituzione potrà avvenire in 20 anni attraverso una rata che inciderà sulla pensione e sarà modulata in modo diverso a seconda dei casi.
Ma dato che i politici non fanno nulla, vivono di giacca e cravatta, e non hanno mai mosso una pietra da terra, non possono capire chi si è spezzata la schiena per una vita intera di lavoro. Non possono capire il carpentiere, il muratore, il fabbro, l’imbianchino, l’operaio delle catene di montaggio, o magari chi ha asfaltato strade e coloro che per una vita intera hanno lavorato fisicamente. No, non possono capirlo: i politici non hanno lavorato un solo giorno nella loro vita, perlomeno quelli di vecchia generazione.
Ora non è pensabile che per andare in pensione tre anni prima, un soggetto che ha lavorato versando i contributi, debba chiedere il prestito e restituirlo con gli interessi per andare in pensione prima perché fisicamente non è più idoneo.
Per i soggetti che ho citato ci vuole la pensione, per legge, a 60 anni, poi per il resto si può discutere. Purtroppo l’Italia è anche soggetta, oltre ai politici, a un comparto sindacale che fa gli interessi del potere e non certamente gli interessi dei lavoratori, altrimenti una proposta del genere non va presa nemmeno in considerazione. La legge Fornero, del governo Monti, ha dato una mazzata al mondo del lavoro, il resto lo sta facendo il governo Renzi che, guarda caso, è un altro governo scelto dagli altri e non dal popolo.

Redazione

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