
Finora l’Europa si è schierata da una sola parte, portando avanti il discorso sansonatorio nei confronti della Russia alimentando un odio crescente nei confronti di Putin. Non ha lavorato, invece, per trovare lei la via di uscita al conflitto.
Putin chiedeva che l’Ucraina rimanesse uno stato neutrale. Cosa che si poteva realizzare senza che si scatenasse il l’inferno attuale. L’Europa deve iniziare a pensare per l’Ucraina una sorta di stato cuscinetto tra potenze rivali: Russia da un lato e America dall’altro. Questo stato cuscinetto serve per evitare un conflitto aperto tra le potenze maggiori.
Gli Stati cuscinetto, quando sono veramente indipendenti, perseguono una politica di neutralismo, che li distingue dagli Stati satelliti.
L’Europa si deve svegliare dal sonno in cui è stata trascinata dall’America e dalla Nato, se ne è capace, ed apra un gruppo di leader che lavori esclusivamente per la pace direttamente con Putin, abbandonando per un po’ l’effetto mediatico costruito intorno a Zelesnky che ha dimostrato di non portare da nessuna parte. Va rivisto il concetto iniziale e sia rivisto e corretto in funzione della tutela e difesa degli interessi vitali, strategici e contingenti dell’Europa tutta.
La guerra sta spingendo sulla crisi energetica e sulla carenza di risorse alimentari come il grano e altre materie prime che sta mettendo in ginocchio soprattutto L’Europa. Nessuno ragiona seriamente su quelli che possono essere gli sviluppi di questa crisi nel cuore dell’Europa. Negli ultimi giorni la Bielorussia è in piena esercitazione militare ai confini dell’Ucraina, si è aperta una tensione tra Polonia e Ucraina dopo le voci messe in giro dai russi su ipotizzate velleità polacche su territori limitrofi ex polacchi e ora ucraini, Romania e Moldavia in stato di agitazione per le mire autonomiste della Transnistria, Ungheria e Slovacchia restie a condividere le sanzioni sull’embargo del petrolio russo, Finlandia e Svezia propense ad entrare nella Nato, tutto spiega che ci troviamo in uno dei peggiori scenari dentro l’Europa. Tutto ruota intorno alla mancanza di negoziati proprio da parte dell’Europa e dei suoi paesi membri. Finora si sta dando solo spazio alle armi alimentando e non pacificando il conflitto. Il continuo progressivo deterioramento della situazione può portare ad una più profonda crisi a carattere globale tra super potenze.