Gio. Giu 8th, 2023

Sentiamo tanto parlare di evasione, di partite iva, ma nessuno dice che cosa vivono le attività imprenditoriali in Italia. Tutti maestri scadenti. Le partite Iva sono persone che si mettono in gioco, ed ogni mattina scendono sul campo di battaglia per combattere una guerra infinita.

Secondo le stime della Cgia di Mestre, confermate anche da alcune associazioni di categoria, artigiani e commercianti devono rispettare quasi 100 scadenze nel corso di un anno. Una media di oltre 90 scadenze fiscali all’anno. Sette ogni mese, quando va bene. Dal versamento delle ritenute per i collaboratori alla liquidazione dell’Iva – che scatta ogni tre mesi – passando per la comunicazione delle fatture, saldo dei contributi, la giungla delle aliquote Imu e quella delle detrazioni. Il tutto con il rischio di sanzioni in caso di errori. Il nemico da battere si chiama burocrazia, gravata da leggi a volte contraddittorie e da paletti che si sono accavallati nel corso degli anni. A partire da metà gennaio cominciano gli appuntamenti con l’Erario, dal versamento delle ritenute Irpef dei lavoratori all’invio all’Inps dei rispettivi dati contributivi e retributivi. Poi a febbraio si aggiungono la comunicazione all’Agenzia delle entrate della liquidazione dell’Iva relativa al quarto trimestre dell’anno precedente e i dati sulle fatture emesse o ricevute da aziende situate all’estero. A marzo la trasmissione delle certificazioni uniche relative ai redditi da lavoro dipendente e così via, per arrivare a dicembre a un totale di 88 adempimenti. Una media di oltre 90 scadenze fiscali all’anno. La fatturazione elettronica era nata per semplificare la vita ai lavoratori e permettere all’Erario di stanare subito chi commette le frodi, ma si sta rivelando solo un impiccio ulteriore per chiunque. A conti fatti che vive di partita Iva è solamente un eroe che non ha una vita tranquilla.