ROMA- Il piano messo in piedi dall’Inps è perfetto, ma per Renzi tutto ciò che va a favore degli italiani non piace, piace tutto ciò che favorisce le lobby e il potere in genere. È chiaro che gli italiani votandolo gli danno il mandato a non fare nulla per loro. Infatti già in estate, precisamente nel mese di giugno, l’Inps ha presentato al governo un pacchetto di misure che favoriscono le fasce deboli e abbattono i privilegi per chi sta bene. E proprio qui sta il punto: penalizza i potenti. Ebbene questo piano ancora non è stato preso in considerazione dal Premier mai eletto dagli italiani. Infatti il piano perfetto che va dal reddito minimo garantito per gli over55 al riordino delle prestazioni collegate al reddito, passando per il ricalcolo dei vitalizi. Abbatte del 50% la povertà fra chi ha più di 55 anni e non ha ancora maturato i requisiti per la pensione. Mentre aumenta la sostenibilità finanziaria del sistema previdenziale, lo rende più equo e dunque anche socialmente più sostenibile”. Meglio di così si muore, ma il Premier non batte nessun colpo su questa proposta.
Per gli over 55 consiste nell’istituire un reddito minimo garantito pari a 500 euro (400 euro nel 2016 e nel 2017) al mese per una famiglia con almeno un componente over 55. A beneficiare della misura anche, per esempio, eventuali figli disoccupati. Per accedere al Sostegno di Inclusione Attiva occorre presentare soglie di reddito che riconducono allo stato di povertà (500 euro mensili per un singolo). C’e’ anche una sigla, SIA55, e una data d’avvio, il primo luglio 2016. Inoltre niente assistenza per le famiglie ricche. Per i nuclei piu’ benestanti, sopra un reddito lordo equivalente di 37 mila euro annui (che corrisponde per una coppia a 55mila euro), scatta lo stop a pensioni sociali, assegni sociali, integrazioni al trattamento minimo o altre forme si assistenza (maggiorazioni o importi aggiuntivi), in tutto l’Inps ne calcola 8.la cosa più importante è il ricalcolo dei vitalizi che, guarda caso, riguarda principalmente i politici. nel capitolo che riguarda i vitalizi per cariche elettive, l’Inps ha pensato, con avvio a gennaio, di “procedere a un vero e proprio ricalcolo delle pensioni secondo il metodo contributivo oggi applicato a tutti i nuovi lavoratori”. L’Inps ha spiegato che “ai titolari di vitalizi elevati viene chiesto di convergere al trattamento che avrebbero avuto applicando le regole del sistema contributivo ai versamenti per i loro vitalizi”. Una sforbiciata anche ai sindacati che chiude il documento dell’Inps per riformare il sistema pensionistico è quella di “armonizzare le pensioni dei sindacalisti con distacco (o aspettativa) dal settore pubblico al trattamento riservato agli altri lavoratori”. In questo modo i dirigenti sindacali non potrebbero più farsi versare contributi dall’organizzazione a “condizioni molto più vantaggiose di quelle riservate alla valorizzazione a fini pensionistici dei contributi versati dagli altri lavoratori”. Per l’Inps il pacchetto di misure “ha un contenuto espansivo ma senza mettere a rischio la tenuta dei nostri conti pubblici dato che complessivamente porta a ridurre il debito pubblico”.