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Pil: l’autocelebrazione renziana è il solito proclamo inutile del nuovo PD

ROMA – Gli ultimi dati diffusi dall’Istat fanno segnare un Pil che avanza a +0,8% dopo tre anni in calo. Occorre sottolineare che la previsione contenuta nella nota di aggiornamento al Def dello scorso settembre indicava un +0,9%. Inoltre “il Pil in volume resta ancora al di sotto del livello registrato nel 2000”. Insomma, un paese che fa più di diciotto miliardi di debito mensile non può gioire con un risicato zero più di pil, perché il numero è un solletico sotto la pancia di un paese che non sorride più. Una crisi che ha tolto tutto: lavoro, case, macchine, risparmi. Gli italiani stanno perdendo tutto, e il premier dice che va tutto bene. Certo, c’è una parte della popolazioni, si dice il 10%, che di problemi economici non ne ha, ma è anche vero che prima o poi la loro gioia di ricconi finisce.
La cosa che più turba è la spavalderia di come Renzi tratta i numeri, facendo apparire il tutto una gioia incontenibile. Il gelato si sta sciogliendo e Renzi non si rende conto: alle tredici gli italiani guardano i TG e vedono un premier gasato e sorridente, forte anche del suo gonfiatissimo stipendio, e alle 13,30, invece, riguardano nelle tasche e le trovano ancora vuote.
Dispiace che ci sia ancora all’interno del PD gente che gli crede. Dispiace perché il suono delle trombe trionfalistiche del premier non eletto Renzi, non hanno nessun impatto sull’economia reale, che continua a marciare in deflazione. Come le sue trombe scassate non portano posti di lavoro al sud, dove la fame di lavoro è peggiore della richiesta di una fettina di pane. Le trombe senza fiato di Renzi non dicono che i posti di lavoro non sono altro che un momento che finisce, primo, perché sono tutti contratti che già esistevano e gli imprenditori hanno approfittato delle agevolazioni, secondo, finite le agevolazioni le aziende licenzieranno ugualmente perché lui ha creato le condizioni giuste per farlo. Come le sue trombe dal suono scassato non dicono che il sud sta morendo, e la sua agenzia di camice nere, equitalia, sta uccidendo i cittadini che, non è che non vogliono pagare, non possono pagare, non hanno il lavoro per farlo: mica possono andare a rubare.
Insomma, le trombe di Renzi sono solo richiami che, in questo periodo di amministrative, vogliono attirare l’attenzione degli elettori, ma in effetti, gli stessi, si tappano le orecchie per non ascoltare le “cazzate” che sentono da più di due anni.

Redazione

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