Nel nostro paese i lavoratori della pubblica amministrazione sono sempre stati i più privilegiati da ogni governo che si è succeduto nel corso degli anni. È un dato di fatto, che spesso ha messo lavoratori contro lavoratori. Un tassello che deve essere demolito, per consentire a tutti i lavoratori di essere messi alla pari. Più giustizia sociale in un paese mortificato dalla mancanza di lavoro. Inoltre, bisogna eliminare l’etichetta di lavoratori di serie A e serie B: tutti i lavoratori devono avere le stesse garanzie.
Nel pubblico non si licenzia, nel privato sì. E sono proprio i lavoratori del privato a subire le conseguenze maggiori quando si creano delle rotture all’interno dell’azienda in cui lavorano. Di casi di piccole e grandi aziende che licenziano dalla mattina alla sera come se niente fosse, ce ne sono stati tantissimo. Sono cose che bisogna dirle. Il lavoro è quel mantra che poi porta a difficoltà economiche a chi perde un lavoro.
Su questo aspetto il Governo Meloni sta riportando indietro le lancette dell’orologio, creando un’ulteriore divisione sociale tra chi il lavoro ce l’ha, e chi invece ne è privo. Eliminare il reddito di cittadinanza creerà ulteriori difficoltà a persone che cercano un lavoro e non lo trovano, oppure l’hanno perso e non riescono a trovarne uno nuovo. Viene meno quella giustizia sociale che deve dare la possibilità a tutti di poter vivere. O si garantisce un lavoro dignitoso a tutti, oppure deve esserci uno strumento efficace affinché nessuno sia abbandonato a se stesso. Non si può stabilire che una persona in difficoltà possa vivere con 500 euro al mese. Nel resto d’Europa le cose vanno diversamente. Solo in Italia si fanno leggi che invece di aiutare penalizzano le fasce deboli. Siamo in Europa, bene, allora facciamo quello che si fa in Europa, altrimenti l’Europa è solo una parola da sbandierare a convenienza della politica italiana.