Al rientro da un viaggio d’affari in America aveva chiesto ad un suo conoscente di “prestargli” la casa, in attesa che nella sua terminassero i lavori di ristrutturazione ancora in atto.
L’amico, in buona fede, ha acconsentito, ma quando, trascorso del tempo, ha chiesto di poter rientrare nel suo appartamento, l’”occupante” ha preteso da lui la somma di 16.000 euro per liberare la casa.
E’ l’assurda storia che ha visto protagonisti un imprenditore di origini baresi di 29 anni con precedenti, la vittima, un romano di 42 anni, e l’appartamento conteso, di proprietà di un ente ma in uso al 42enne, ubicato in via Giuseppe Rosaccio, zona Tiburtina.
Il 42enne, ricevuta la pretestuosa richiesta di denaro, ha chiesto aiuto ai Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma: i militari, vista la situazione, hanno organizzato un incontro tra la vittima e il suo aguzzino in un ristorante del Tiburtino, in modo da far credere al 29enne che il legittimo assegnatario dell’appartamento avrebbe provveduto alla consegna della prima tranche di 1.500 euro quale acconto per il “riscatto” della casa.
Quando la vittima gli ha consegnato la busta con il denaro, i Carabinieri lo hanno immediatamente bloccato, arrestandolo con l’accusa di estorsione.
L’imprenditore, che dagli accertamenti eseguiti dai Carabinieri è risultato tutt’altro che nuovo a tali tipi di condotte, è stato trattenuto in caserma in attesa del rito direttissimo.
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