Spesso ci sfugge il rapporto deontologico che il giornalista e la stampa deve tenere con i lettori: raccontare i fatti come si sono verificati ed andare sempre a verificare la notizia. Spesso però su una vicenda delicata la stampa ci ricama su, solo per attirare, per nostra sfortuna oggi per colpa dei clik, l’attenzione del lettore.
Le vicende si consumano a ripetizione, sia bene che la stampa, in questo cambiamento nel mondo dell’informazione, inizi a fare maggiore attenzione, soprattutto, ritorni a rispettare i valori deontologici dell’ordine.
Il caso della presunta violenza consumata nella stazione della circumvesuviana nella stazione di San Giorgio a Cremano, sia d’insegnamento per tutti. C’è l’errore della stampa, c’è l’errore del corpo inquirente, c’è l’errore di un sistema che inizia a vacillare in tutto.
È bastato poco passare da carnefici a vittime. Ecco, qualora i fatti saranno confermati in tutto e per tutto, e sia vero che la ragazza abbia mentito,c’è stato un clamoroso errore. Come può essere un grave errore qualora la ragazza invece sia stata sul serio violentata.
Nel frattempo però tutti i media si sono mossi a cascata, dalle piccole testate alle TV private, fino a giungere ai colossi dell’informazione e le Tv di stato, tutti hanno difeso la ragazza, giustamente, visto che la sua versione era credibile all’occhio di tutti.
Ma dietro c’erano fatti che pochi conoscevano, e non filtrava l’eventuale menzogna. Tutti ci siamo battuti per la difesa della donna contro le violenze sessuali, legittimamente. Però bastava anche un piccolissimo comunicato da parte degli organi inquirenti per fermare tutto, e dire ragazzi, fate attenzione, i fatti ancora non sono del tutto chiari. Così quella macchina infernale si fermava, e forse si rispettava il dramma di tutti gli attori in campo.
Questa società è malata, dalla politica alla gente comune, tutti cercano il colpevole di turno senza ancora dare tempo agli investigatori di fare il loro corso. Ci hanno insegnato che in questo lavoro bisogna rispettare il dolore altrui, quindi essere moderati nel raccontare i fatti, rispettare l’evento, perché in ogni dramma ci sono sempre due vittime.
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