Quello che addolora maggiormente sono gli atteggiamenti provocatori da parte dei leader di tutti i paesi occidentali, che contribuiscono ad alimentare tensioni e a non stemperarle. Abbassare i toni aiuta a fermare l’astio tra i due contendenti. È vero, è una guerra, e come tutte le guerre la propaganda fa parte del gioco, ma qui siamo dinanzi ad uno scenario complicato che può portare a conseguenze inimmaginabili. Quindi è opportuno trovare soluzioni diplomatiche che possono portare ad una apertura del dialogo per contribuire a spegnere i fuochi della guerra.
Gli unici che possono farlo sono solo Putin e Zelensky. Entrambi devono trovare una strada che porti alla fine delle ostilità. Il primo evitando l’acuirsi di una guerra che può determinare tanti fattori di disagio per il popolo russo in primis, e poi la vita dei civili ucraini che stanno pagando il costo più alto di questa azione di guerra. Il secondo, deve fermare la sua posizione alimentata maggiormente da condizionamenti esterni, e trovare una via d’uscita per il bene del popolo ucraino.
I due leader non possono continuare a sincerarsi dietro le posizioni individuali. Non c’è di mezzo la loro gloria, c’è di mezzo la vita di 40 milioni di civili ucraini. Inoltre c’è il pericolo che quello che sta succedendo oggi possa determinare altre posizioni fuori luogo portando ad un conflitto più ampio. Questo nessuno se lo può permettere. Una terza guerra mondiale sarebbe la più feroce delle guerre. Non si può correre questo rischio, pertanto è opportuno che i leader dei paesi europei e dell’America aprissero quella linea di dialogo diretta con Putin, per evitare il peggio, invece di soffiare sul fuoco.