Ieri l’editoriale in prima pagina della “Gazzetta del Mezzogiorno” che comunica la sua chiusa. Il titolo è una speranza: “ARIVEDERCI”. Lo speriamo tutti. Chiaramente sui social sono iniziati i soliti selvaggi attacchi contro l’informazione. Ci sono si molti aspetti negativi che riguardano oggi il mondo dell’informazione, ma c’è da dire che non tutto è marcio. Le distribuzioni sono sempre un obbligo, altrimenti facciamo di tutta un’erba un fascio. E non è così. Non bisogna gioire poiché quando chiude un giornale chiude un’azienda. C’è tutto un mondo che perde insieme al giornale. Soprattutto ci sono giornalisti e addetti che perdono il lavoro. Famiglia che non avranno più entrate. Allora è da stupidi gioire per qualcosa che invece mette in bilico il futuro di chi ci lavora. Internet e i social hanno rovinato tutto. Tutti sono diventati giornalisti, mentre il il giornalismo è un’arte e non un giocattolo che tutti possono usare. Fara il giornalista è amore per la scrittura, passione, sacrifico, paure e angosce d’affrontare. Tutti ingredienti che solo il giornalista vive quotidianamente. C’è poco da esultare quando muore un giornale.
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