Quei falliti dietrofront del Movimento che stanno deludendo gli elettori
ROMA- La prima notte di nozze e finita e con essa è andato via anche il viaggio di nozze, ora ci sono solo problemi d’affrontare. Dopo la marcia nuziale s’iniziano a sentire i primi ticchettii del suo delle campane a morto.

ROMA- La prima notte di nozze e finita e con essa è andato via anche il viaggio di nozze, ora ci sono solo problemi d’affrontare. Dopo la marcia nuziale s’iniziano a sentire i primi ticchettii del suo delle campane a morto. Se non fosse per Salvini che sta affrontando con efficacia i problemi primari dei cittadini, questo governo sarebbe già alla frutta.
Le promesse elettorali del movimento non trovano praticità e sono tutte scollegate dalla realtà e dalle risorse a disposizione. Il caso Ilva è uno dei più eclatanti. Il movimento aveva promesso in campagna elettorale che avrebbe raso a suolo l’acciaieria e costruito un grande parco per i cittadini di Taranto. A Taranto i grillini hanno incassato un’enormità, e così Gigino ha invece firmato l’accordo con ArcelorMittal già predisposto dal suo predecessore Calenda, i Cinque stelle locali hanno gridato al tradimento e assalito i parlamentari eletti in quel di Taranto.
Sul reddito di cittadinanza (nel frattempo diventato un’edizione minore del Rei già introdotto dai governi Pd) il giudizio è per ora sospeso. Ma già si parla di un dimezzamento di quella che era la cifra sbandierata in campagna elettorale. Dai 780 euro mensili si sta passando ai 300 euro. Una presa per i fondelli di non poco conto.
E l’euro, bandiera politica del movimento che tanti voti ha fatto conquistare al signor Grillo. I Cinque stelle avevano già fatto un salto indietro in campagna elettorale: non più «uscirne prima possibile», come tuonava Beppe Grillo qualche mese prima, ma restarci per cambiarla. Tanti e tali cambi di fronte da far impallidire anche il ricordo dei ripensamenti di Matteo Renzi, che pure all’epoca fecero scalpore e che gli furono all’infinito rinfacciati.