Gio. Giu 8th, 2023

Il caso quirinale ha scosso il mondo politico. Ora c’è una corsa a creare qualcosa di nuovo, soprattutto al centro, per andare incontro alle prossime elezioni politiche. I malumori ci sono in tutti i contesti, centrodestra, centrosinistra e M5S. Nessuno sfugge alla paralisi della politica che in questo momento fa registrare il grado più basso di credibilità. Il M5S si è quasi liquefatto e va ricostruito. Non ha più i voti delle scorse politiche, e sarà pure difficile raccoglierli per le prossime elezioni del 2023. Non è solo il caso del movimento, ormai anche il centrodestra si è squagliato. La rottura dopo il voto per il quirinale, ha portato il centrodestra a non essere più unito come si faceva intendere prima, le lacune sono uscite fuori prepotentemente. Oggi Salvini e la Meloni sono ai ferri corti. Dal conto suo Forza Italia continua a definirsi l’ago della bilancia, ma non sa cosa raccoglierà, in termini di consensi, alle prossime elezioni.

Il lavoro per costruire qualcosa di diverso, si sta facendo per il centro. Un centro che non ha i voti, ma è soltanto una sommatoria percentuale tra piccolissimi soggetti politici come quelli di Carlo Calenda, Matteo Renzi, Giovanni Toti e altri. Questo centro al momento non ha i voti degli elettori, anche perché le figure che vogliono costruirlo sono gli stessi che tempi addietro hanno dato vita a contenitori politici che sono durati meno di una legislatura.

Il centro è una cosa seria. E solo la vecchia DC ha saputo tenerlo in piedi per più di quarant’anni. Dalla sua fine, in Italia non c’è stato mai un centro stabile. Solo Francesco Rutelli ci riuscì, in parte, con la Margherita che, però, una volta entrata nel PD, ha smesso di essere centro e piano piano ha perso tutti gli aspetti iniziali.

Ricostruire il centro perso dopo la DC, non è facile, anche perché gli scenari politici si sono modificati nel corso del tempo, e oggi non esiste più la sinistra e la destra, esistono solo contenitori che si rifanno alle due culture politiche, ma di esse non hanno nulla. È evidente che le elezioni politiche del 2023, dopo il disastro ottenuto con il governo Draghi, porterà molti partiti sulla graticola. Il timore di perdere i consensi, oltre al timore che più del sessanta per cento della popolazione non si recherà alle urne, fa tremare i polsi alla politica italiana. E i partiti pagheranno un prezzo altissimo, poiché in questa legislatura hanno smesso di fare politica.