Categories: Cronaca

Quella inutile rete che zittisce i parlamentari del M5S

ROMA- Mi viene da ridere: il movimento cinque stelle è stato votato da più di dieci milioni di italiani alle scorse politiche, ma dopo il voto politico a decidere sono stati sempre un manipolo di persone, pochissime, per poter decidere. È successo anche con la legge elettorale che il parlamento si appresta a votare. Come si può dare credito a poche persone. Come si può zittire con prepotenza chi sta rappresentando i votanti del M5S e il movimento stesso in parlamento.
Ma Grillo ritiene ancora valido il sistema della rete che, ormai, è fallito e solo lui non si rende conto. L’altro aspetto negativo di questa presunzione di potere dettata da Grillo, è il fatto che il movimento nei territori è inesistente. Nei collegi il M5S non prenderà voti, e forse quel 23% delle passate politiche sarà soltanto un vecchio ricordo. Forse anche per questo sta preferendo la formula dei nominati. Infatti quello che contestava prima, ora gli sta bene, e non bisogna interferire. Prima non andava bene, ora i nominati diventano una fortuna.
I parlamentari che hanno letto la legge elettorale hanno tentato di ribellarsi, ma sono stati zittiti immediatamente dal fondatore del movimento. E tanto per far dire qualcosa anche ai parlamentari, ora si chiede il voto disgiunto, altra falla che si consuma inutilmente in queste ore di frenetico tentativo di approvare una legge elettorale più sporca delle precedenti.
In questi cinque anni il movimento non è riuscito a rinnovarsi, non è riuscito a dimostrare in pieno di poter fare la differenza e avere le giuste capacità per poter governare una nazione difficile come l’Italia. Soprattutto il movimento non è riuscito a creare la struttura giusta per reperire i voti sul territorio dove, va detto, ad ogni tornata elettorale non vince mai, tranne in sporadici casi dove prende qualche consigliere di opposizione. Cinque anni persi a rincorrere la rete, quella stessa rete che non ha prodotto uomini e donne capaci di attirare consensi nei territori. Il movimento doveva strutturarsi stando lontano dalla rete, non l’ha fatto, dopo il voto leccherà le ferite della disfatta.

Redazione

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