Quelle grandi lobby che non vogliono perdere i privilegi
ROMA – Possiamo permetterci il lusso di dire quello che vogliamo, non dobbiamo difendere nessuno e non abbiamo nessun aggancio di parte. Questa è la vera informazione. Lasciamo parlare tutti, ma parliamo pure noi senza timore alcuno.

ROMA – Possiamo permetterci il lusso di dire quello che vogliamo, non dobbiamo difendere nessuno e non abbiamo nessun aggancio di parte. Questa è la vera informazione. Lasciamo parlare tutti, ma parliamo pure noi senza timore alcuno. Il nostro compito è contribuire a salvare questo paese, raccontando la verità su tutto e su tutti. Questo paese finora ha visto diversi sistemi di potere fare comunella tra di loro e devastare le aspettative di un’intera nazione. Il nostro gigantesco debito pubblico non è frutto solo di politiche stupide e sprechi, ma dentro ci sono una miriade di regali confezionati ad hoc per le potenti lobby delle imprese.
Queste lobby hanno contribuito nella stessa misura della politica a distruggere l’economia del paese. Ogni governo, di qualsiasi colore, ha subito i ricatti di queste forze imprenditoriali, tanto che piccoli cavilli inseriti nelle tante leggi fatte hanno portato allo spreco di risorse pubbliche. Tutti sono stati bravi a criticare, ma nello stesso momento sono state fatte tante leggi economiche costruite su misura o in concertazione con le parti sociali, che ci hanno portato nel baratro in cui stiamo.
Ora non possiamo chiedere l’oro, visto che non abbiamo giacimenti da dove attingere. È chiaro che vanno fatti una serie di passaggi in grado di ristabilire pari diritti. Il ministro del lavoro e dello sviluppo economico Luigi Di Maio, sta cercando di porre fine a quel sistema che ha generato forzature che sono andate a discapito del mondo del lavoro. Se prima c’erano solo tutele per i grandi gruppi industriali e imprenditoriali, ora si tenta di invertire la rotta dando qualcosa anche a chi lavora. Fuori dai palazzi c’è un paese che attende di lavorare.
Ora Di Maio è ad un bivio: scendere a patti o tirare dritto, mantenendo fede all’impegno di cambiare profondamente questo Paese. La seconda strada è dolorosa, poiché tutti tirano il carretto dalla loro parte, e non vogliono perdere la marea di privilegi che finora hanno ottenuto da governi irresponsabili e anche incompetenti. Il cambiamento si costruisce eliminando il passato, quindi è chiaro che nessuno vuole tornare indietro quando, a perderci, sono loro. Tanto vale per la politica, tanto vale per tutti quei poteri che finora hanno goduto sulle spalle dei cittadini, che hanno pagato il prezzo più alto di queste innumerevoli ingiustizie.