Gio. Giu 8th, 2023

Da quando siamo entrati in Europa la nostra vita è peggiorata notevolmente. Siamo rimasti ostaggi delle decisioni della UE, che viene a decidere in uno stato sovrano come l’Italia. Questa Europa ci sta uccidendo. Da quando siamo entrati nell’Euro tutto è diventato impossibile. Quella che era una volta l’Italia non esiste più.

Fa specie scoprire, per via della guerra in Ucraina, che la EU ci ha dato l’ordine di sbloccare 200mila ettari di terreno per la coltivazione di Mais per l’allevamento e del grano.  

Infatti “Con gli interventi straordinari decisi dalla Commissione Ue possono essere recuperati in Italia alla coltivazione 200mila ettari di terreno per una produzione aggiuntiva di circa 15 milioni di quintali di mais per gli allevamenti, di grano duro per la pasta e tenero per la panificazione necessari per ridurre la dipendenza dall’estero”. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel commentare positivamente le dichiarazioni del Commissario europeo Janusz Wojciechowski sulla deroga agli obblighi Pac sui terreni “a riposo”. Questa notizia non si può sentire. L’Italia è un paese che di terra ne ha tanta. La nostra terra, che noi non siamo più padroni di decidere cosa farne, poiché siamo entrato in un contesto comunitario che viene a decidere in casa nostra cosa sia giusto o non sia giusto. Per questo motivo dipendiamo dall’estero su alcune produzioni, mentre potremmo produrre tranquillamente in casa nostra di cui abbiamo bisogno.

Compriamo dall’estero circa la metà del mais necessario all’alimentazione del bestiame, il 35% del grano duro per la produzione di pasta e il 64% del grano tenero per la panificazione, oggi che c’è la guerra queste materie prime mettono a rischio la nostra nazione. L’Italia oggi è costretta ad importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti per anni agli agricoltori che sono stati costretti a ridurre di quasi 1/3 la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni durante i quali è scomparso anche un campo di grano su cinque perché, secondo la Coldiretti, la politica ha lasciato campo libero a quelle industrie che per miopia hanno preferito continuare ad acquistare per anni in modo speculativo sul mercato mondiale, approfittando dei bassi prezzi degli ultimi decenni, anziché garantirsi gli approvvigionamenti con prodotto nazionale.