Categories: Cronaca

Questa Europa rimane malata, i trattati non cambiano nulla

ROMA- Questa Europa è malata, lo sanno tutti, ma nessuno smuove veramente un dito per dire basta alle nefandezze di un sistema comune che non funziona per ovvi motivi. Il primo di tutti è il sentimento nazionalista di cui i popoli non vogliono in nessun modo abbandonare. Bisogna riscrivere tutti i trattati che hanno sottratto sovranità ai cittadini, consegnando le istituzioni europee ai mercati finanziari e impoverito le nostre società. Questa Europa è un dramma, non una risorsa. Ci sono errori di fondo che hanno messo a rischio la democrazia dei paesi membri, a partire da Maastricht al Fiscal Compact, che hanno dato in mano al mercato la funzione di regolare l’economia, sottraendo il ruolo della politica nella definizione delle scelte economiche e monetarie interne.
I tratti di 60 anni fa erano una cosa, quelli di oggi sono un’altra cosa. Allora si cercava di dare freno alle guerre che avevano devastato il continente, adesso non si frena la povertà che sta portando questa Europa. Le politiche di austerità sono state utilizzate per drenare risorse dai sistemi di welfare nazionale verso i mercati finanziari e che la crisi economica è stata utilizzata per aumentare le disuguaglianze, svalutare il lavoro e diffondere precarietà. Ecco, questa è l’Europa di oggi. L’Europa di oggi, con i suoi trattati, mette mano al controllo dei mercati, inoltre attaccano le Costituzioni di ogni singolo paese, quindi, portando ad un concreto ritorno a derive autoritarie.
L’Europa costruita sessant’anni fa metteva in cantiere la difesa del vecchio continente da attacchi che potessero scatenare nuove guerre, il sistema ha retta è l’Europa non ha avuto più guerre. Certamente se quel sistema ha retto, questo non può reggere a lungo, perché la povertà dilaga e il lavoro non esiste più. Inoltre non esiste una banca centrale capace di stampare moneta nel momento di difficoltà, quindi è un sistema che si regge solamente sui mercati finanziari e sui prestiti delle banche. La produzione è l’unica arma di sostegno dei popoli, se viene meno questa forza, tutto il sistema cade.

Redazione

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