Massimo Ranieri, Gianni Morandi e Al Bano, ieri sera hanno dato spettacolo dimostrando che la vera canzone non muore mai. Hanno cantato sul palco dell’Ariston brani che durano da oltre cinquant’anni. Passano le generazioni ma essi non muoiono mai.
Ognuno ha un parere sul festival. Ognuno ha un giudizio proprio sulle canzoni in gara, ma è giusto sottolineare che il festival di un tempo non esiste più. Volare è la canzone storica del festival di Sanremo, interpretata dal grande Domenico Modugno, oggi si continua a cantare in tutto il mondo. Stesso discorso per la canzone Perdere l’amore di Massimo Ranieri, che ieri sera è stata cantata da tutto il pubblico in sala, ma di sicuro tutti la stavano cantando pure da casa.
Si parla di ascolti, la Rai gongola, ma come diceva un altro veterano del Festival di Sanremo, Pippo Baudo, non è chi vince il festival, ma chi vende più dischi. Ecco, aveva ragione, non è il vincitore che fa testo, ma chi dopo ottiene più ascolti e vende più dischi. Ieri sera i tre grandi hanno dato proprio dimostrazione di ciò, che le loro canzoni sono state vendute ma, soprattutto, esse rimangano nella mente collettiva è dopo mezzo secolo sono ancora di attualità. Le canzoni che ascoltiamo oggi dal palco di Sanremo durano uno, due, al massimo tre anni, poi nessuno se le ricorda più. La sostanza è questa. Ci possono essere anche sessanta milioni di ascolti, ma sono le canzoni che devono rimanere nella storia, e quelle di oggi la storia le dimentica in fretta.