Estate 2001. Los Angeles. In un ristorante con vista sull’Oceano, sono in corso le selezioni del più importante concorso di bellezza della California. Madrina della manifestazione, l’attrice Raquel Welch, che, assistito alle prove di un numero di danza, che le ragazze dovranno eseguire durante la serata finale dell’evento, esprime all’organizzatore il desiderio di parlare alle partecipanti.
“D’accordo, Signora Welch, ma mi raccomando sia breve, perché fra una ventina di minuti è prevista la prova costume e la prova definitiva del numero di danza delle ragazze!…”, si raccomanda l’organizzatore del concorso, chiedendo a tutte le aspiranti vincitrici di avvicinarsi e di sedersi ai tavoli per ascoltare il discorso della signora Welch.
“Salve a tutte, ragazze!…Prima di tutto volevo dirvi che ho assistito alle prove del ballo che farete e devo complimentarvi con voi, perché siete davvero molto brave!…Poi, volevo presentarmi, perché sono certa che qualcuna di voi mi conoscerà e qualcun’altra no…Mi chiamo Raquel, Raquel Welch, e sono un’attrice…ho recitato in molti film , negli anni d’oro di Hollywood, e vinto qualche premio, ma , nonostante questo, vengo ricordata dai critici e dagli esperti di Cinema, ma anche dall’opinione pubblica, come “Raquel Welch, l’attrice “sex simbol”!…Ed è proprio di questo che vorrei parlavi, qui, oggi…”, spiega l’attrice, continuando: “Quello che sto per dirvi, per certi versi, potrà sembrarvi cinico, ma credetemi , la mia intenzione non è quella di scoraggiarvi o di spaventarvi, ma solo quella di prepararvi…Vedete, essere una donna bella e piacente, nello spettacolo, nel Cinema, così come nella vita, vi esporrà spesso alle critiche, al pregiudizio o al giudizio avventato e superficiale…Molti, vi valuteranno e vi giudicheranno non per la vostra bravura, ma per il vostro aspetto, per la vostra bellezza, che, spesso, potrà anche trasformarsi in una gabbia, seppur dorata!…Mi auguro e spero che chi tra di voi desideri fare l’attrice riesca nel suo intento ma , per arrivare alla meta dovrete percorrere una strada lunga e faticosa, non priva di ostacoli!…Vi capterà a più di un provino, di sentirvi dire da un regista che, proprio per la vostra bellezza, non siete credibili in certi ruoli, e che, per questo, malgrado il talento dimostrato, la parte nel film non vi sarà assegnata…oppure, nel corso della vostra carriera, e vi auguro sia longeva quanto la mia, vi offriranno sempre gli stessi ruoli stereotipati: la bella poco intelligente o la femme fatale…Sarà allora, proprio in quei frangenti, che dovrete dimostrare di avere carattere e battervi per dimostrare che oltre la bellezza c’è dell’altro, molto altro e che quelli dei registi o dello stesso pubblico sono solo vuoti pregiudizi…Infatti, il problema non si pone affatto nel caso in cui , ad essere bello e avvenente , sia un uomo…Agli attori belli , negli anni, viene riconosciuta la bravura ed entrano di diritto nella storia del Cinema come grandi interpreti: pensate , per esempio, a Paul Newman, a Cary Grant, a Marlon Brando o ai giorni nostri a Bred Pitt o a Jhonny Depp…Per questo, ragazze, vii esorto ad essere forti e a non mollare, a continuare la battaglia per difendere la vostra carriera e il vostro talento…Ricordatevi sempre che voi, se lo volete, se la vostra volontà è forte e pervicace, potete essere tutto ciò che desiderate, potete essere allo stesso tempo donne belle e attrici brave e di spessore e andare oltre la vostra bellezza e la vostra avvenenza, perché il vostro carattere, la vostra personalità e la vostra determinazione possono infrangere, smentire e cancellare qualsiasi stereotipo e pregiudizio!…In fondo, ci sono attrici bravissime a interpretare “Macbeth” o “Medea”, ma non ci daranno mai quello che hanno potuto darci Rita Hayworth o Marylin Monroe!…E poi , l’ultima cosa che vi raccomando è di essere solidali tra di voi, perché siamo un po’ tutte come Ginger Rogers…Sapete cosa diceva la celebre attrice, ballerina e cantante, che lavorava in coppia con il ballerino, coreografo e attore Fraid Astaire ? : “Sulla scena facevo tutto quello che faceva Fred Astaire e per di più lo facevo all’indietro e sui tacchi alti!…”.
“Quando sei famosa per il tuo aspetto fisico c’è sempre il rischio che nessuno ti riconosca altro. E che presumano che tu sia superficiale sotto ogni altro aspetto. E c’è anche il rischio che tu ci faccia troppo affidamento. Probabilmente per me è stato così, almeno ogni tanto. Ma credo anche di aver tentato, con ognuno dei miei film, di fare un passo avanti in diverse direzioni”. Così, l’attrice e modella Raquel Welch, nel corso di un’intervista rilasciata alla stampa hollywoodiana nel 1987, riportata dal giornalista de Il Manifesto, Luca Celada, a proposito del suo rapporto con la bellezza.
Nata il 5 settembre 1940 a Chicago, nell’Illinois, da Armando Carlos Tejada Urquizo, di origini boliviane, e da Josephine Sarah Hall ,di origini angloamericane, Jo Raquel Tejada Welch, questo il nome completo dell’artista, all’età di due anni, si trasferisce con la famiglia (numerosa) a San Diego, in California, dove, sin da bambina, studia danza e Teatro e partecipa a molteplici concorsi di bellezza.
All’età di ventiquattro anni, già moglie (si era sposata nel 1958) e madre di due bambini, appassionatasi alla recitazione , esordisce nel Cinema in piccoli ruoli interpretati nelle pellicole girate fra il 1964 e il 1966 : “Madame P…e le sue ragazze”,vicenda drammatica con Shelly Winters e Robert Taylor, tratta dal romanzo di Polly Adler e ,diretta da Russell Rouse e “Il cantante del luna park”di John Rich, commedia musicale con protagonista l’icona del rock’n’roll Elvis Presley, cui seguono le commedie italiane “Spara forte ,più forte…non capisco!” di Eduardo De Filippo , adattamento cinematografico della sua commedia per il teatro “Le voci di dentro” e “Le fate”,film a episodi dalla regia collettiva, diretto da Luciano Salce, Mario Monicelli e Mauro Bolognini ,in cui interpreta “Elena”, moglie non troppo fedele di “Luigi” (Jean Sorel).
Apparsa anche in episodi di serie televisive, quali: “Il virginiano” , western diretto da John Brahm e Richard A. Colla, tratto dall’omonimo romanzo di Owen Wister del 1902 e trasmesso dall’NBC, e “Vita da strega”, sitcom in onda sul canale ABC e diretta da William Asher, incentrata sulle vicende di una strega, “Samantha” (Elizabeth Montgomery) che sposa per amore un mortale “Darrin”(Dick York), osteggiata dalla sua famiglia “magica”, solo nel 1966 imprime una svolta nella sua carriera con la pellicola “Un milione di anni fa” di Don Chaffey, sceneggiata da Harold Pinter, Edward Albee , Tom Stoppard e Brian Clemens, in cui impersona “Loana”, eroina dell’età della pietra, appartenente al “Popolo del mare”, al centro di una vicenda d’avventura e d’amore, grazie alla quale si afferma presso il pubblico come emblema di fascino e bellezza.
Entrata nell’immaginario collettivo, nel 1967, ottiene il suo primo ruolo da protagonista con il film “Fathom: bella, intrepida e spia” di Leslie H. Martinson, commedia d’azione in cui interpreta, accanto ad Anthony Franciosa, una paracadutista , “Il mio amico il diavolo” di Stanley Donen, Dudley Moore e Peter Cook, commedia incentra sui vizi della capitale londinese, e la pellicola di fantascienza “Viaggio allucinante” diretta da Richard Fleischer, in cui impersona “Cora Peterson”, l’assistente di un chirurgo in una vicenda incentrata sul tema del viaggio nell’infinitesimale.
Attrice dotata di una bellezza statuaria e, insieme, di un talento versatile, sul set alterna generi cinematografici diversi, prendendo parte ai film polizieschi: “Colpo grosso alla napoletana”, diretto da Ken Annakin e “La signora nel cemento” di Gordon Douglas, e ai Western “Bandolero!” di Andrew V, McLaglen, nel quale recita accanto a Dean Martin e a James Stewart e “La texana e i fratelli Penitenza” di Burt Kennedy, in cui interpreta “Hannie Caulder”, decisa a vendicarsi dei banditi che le hanno ucciso il marito.
Nel 1970, raggiunta la maturità artistica, recita il ruolo di “Myron Breckinridge”, studente di cinema sottopostosi a un’operazione per il cambiamento di sesso, che realizza un piano per porre rimedio a dei torti subiti, nella pellicola di Michael Same, “Il caso di Myra Breckinridge”, desunta dal romanzo “Myra Breckinridge” di Gore Vidal, con John Huston e Farrah Fawcett, cui seguono: “…e tutto in biglietti di piccolo taglio” di Richard A. Colla, film a metà tra la commedia e il poliziesco, tratto da un ciclo di storie, in cui interpreta la detective “Eileen McHenry”, accanto a Burt Reynolds, e “Barbablù” , rielaborazione in chiave psicologica dell’omonima fiaba di Charles Perrault, diretta da Edward Dmytry, con Richard Burton, nel ruolo dell’uxoricida “Barone von Sepper”.
Nel 1973, raggiunto il culmine del successo con il ruolo di “Costanza Bonacieux”, nella pellicola diretta da Richard Lester, “I tre moschettieri” , tratta dall’omonimo romanzo di Dumas, per la sua interpretazione si aggiudica un Golden Globe per la “miglior attrice” e viene confermata per il seguito dal titolo, “Milady”, diretto nuovamente da Lester.
Poi, verso la metà degli anni Settanta, rallentati i ritmi lavorativi , gira tre film: “Party selvaggio” di James Ivory, ispirato a un fatto di cronaca avvenuto all’epoca del Cinema muto, “Il principe e il povero” di Richard Fleischer, commedia degli equivoci , e “L’animale” di Claude Zidi, commedia d’azione interpretata accanto a Jean-Paul Belmondo.
Successivamente, realizzato il sogno coltivato sin da bambina di debuttare a Broadway, è protagonista del musical “Woman of the year”, grazie alla sostituzione di Lauren Bacall e, nel 1987, partecipa alla mini-serie televisiva “Quando morire”, diretta da Paul Wendkos, con cui ottiene una seconda candidatura al Golden Globe (non vinto) per il ruolo di “Emily Bauer”, psicologa affetta da una grave malattia.
Lontana dalle scene per un ventennio, nel 1994, torna sul grande schermo per impersonare se stessa nella commedia “Una pallottola spuntata 331/2-L’insulto finale” di Peter Segal, con Leslie Nielsen e, nel 1997, sul palcoscenico teatrale per recitare, nella commedia musicale di Blake Edwards, musicata da Henry Mancini, “Victor Vittoria”, il ruolo di “Victoria Grant”, cantante che, per affermarsi sulle scene ,finge di essere un uomo.
Ancora tra i protagonisti di pellicole brillanti come “La rivincita delle bionde” di Robert Luketic, tratta dal romanzo di Amanda Brown, rispettivamente, nel 2004 e nel 2012, partecipa alle serie televisive: “8 semplici regole” e “CSI: Miami”.
Cimentatasi nella scrittura, nel 2010 dà alle stampe l’autobiografia “Beyond the Cleavage”, in cui racconta della sua professione d’attrice, così come di se stessa e della sua vita privata, segnata dai quattro matrimoni (e dai relativi divorzi) e dalla nascita di due figli, e , nel 2017 , termina la sua carriera con la partecipazione al film “Be a Latin Lover” di Ken Marino, con Salma Hayek ed Eugenio Derbez.
Ritiratasi definitivamente dal set, da qualche tempo, si è spenta nella sua abitazione a Los Angeles, il 15 febbraio scorso, dopo una breve malattia, all’età di ottantadue anni.
Appassionata di Fitness e di Yoga, con schiettezza, in un’intervista citata dal giornalista Luca Celada su “ll Manifesto”, rifletteva su Hollywood, e sui suoi chiaroscuri, chiedendosi: “Che male c’è , dico io, che ci siano un sacco di belle ragazze a Hollywood?. E’ così tremendo che ci siano ragazze sexy, sensuali e brillanti nel Cinema?. Ci sono sempre state ed è giusto che sia così. Invece, qui, in America siamo ipocritamente puritani e ci stracciamo le vesti e crocifiggiamo ogni nuova generazione di attrici, piuttosto che riconoscere il loro valore. Ci sono attrici bravissime ad interpretare “Macbeth” o “Medea”, ma non ci daranno mai quello che hanno potuto darci Rita Hayworth o Marylin Monroe”.
N.B. Si precisa che i fatti raccontati sono frutto di una ricostruzione fantasiosa della giornalista , pur traendo spunto da dati biografici reali.
Per la biografia, citazioni e fonti: Wikipedia. Articolo di Luca Celada “Addio a Raquel Welch, la testa pensante dell’ultima diva”, su “Il Manifesto” del 17 febbraio 2023.