Inverno 2019. Menaggio, comune lombardo sulla sponda occidentale del Lago di Como. L’attore Renato Pozzetto passeggia nel centro del paese, arrivando nella piazza principale. Qui, sedutosi su una panchina di fronte alla chiesa e al campanile di Santo Stefano osserva un colombo atterrato sull’asfalto per beccare molliche di pane raffermo lasciate dal parroco per sfamare i volatili di passaggio nell’area, quando, d’un tratto la sua attenzione viene richiamata da un uomo sulla cinquantina, arrivato a bordo di una bicicletta che , riconosciutolo, si ferma per chiedergli una foto. “Uhè, Pozzetto, ma sei proprio te?…Uhè, ma stamattina sono propio fortunato, allora!…esco di casa e chi t’incontro?, il mio attore preferito: il Renato Pozzetto!…”, constata l’uomo, un pescatore della zona, continuando: “Uhè , Renato, ma lo sai che io sono cresciuto con te?…sì ,insomma ero bambino quando la domenica guardavo te e il Cochi alla tele…Eh, le vostre scenette surreali…quella sì che era comicità!…Poi, ho visto tutti i tuoi film:”E’arrivato mio fratello”, “Da grande”, “La casa stregata”…Quante risate!…com’è che dicevi in quella scena de “Il ragazzo di campagna”?…quella sul pranzo vitaminico…”: “il tavolo ribaltabile, taac!…il piatto Fabriano, taac!…il tovagliolo extra strong,taac!…il vino cartonato, taac!…”, Eh, cos’erano : gli anni Ottanta?…bei tempi, quelli!…andavo al liceo allora!…non come adesso che vado al museo, sì, al museo delle cere!…Ero un ragazzo e guarda qua, son diventato un matusa…così, improvvisamente!…Oh, ma la voglia di ridere non è mi è mica passata, eh!…e poi ci sono sempre i tuoi film da rivedere!…”. “La ringrazio, lei è molto gentile!…mi ha fatto così tanti complimenti che mi sento imbarazzato!…insomma, non so se li merito!…”, replica l’attore, il cui volto improvvisamente si rabbuia. “Uhè, Pozzetto, ma cosa le succede?…sarà mica colpa mia?…la mi scusi se l’ho offesa, il fatto è che parlo troppo…me lo dice sempre anche mia moglie: “Tunin, te, devi imparare a tacer!”…”, si scusa il pescatore, interrotto da Pozzetto: “Eh, anche mia moglie, la mia Brunella faceva così…mi rimproverava perché parlavo troppo…e diceva che avrei dovuto lasciar parlare il silenzio al posto mio… Aveva ragione, sa?…il problema è che me ne sono accorto dopo, quando se n’è andata…insomma quando è andata dall’altra parte, dove c’è Lui…Lui, Lui, intendo!…Era il 2009….da allora, non credo di essere più lo stesso, sa?…ridere , faccio ancora ridere, in tv , a teatro, quando mi chiamano…perché il pubblico mi vuol bene e io ricambio…del resto, come non potrei, ha fatto la mia fortuna!…però, ora non parlo più tanto…sto in silenzio, ho imparato, come voleva Brunella…Eravamo sposati dal 1967, ma ci siamo innamorati che avevamo sedici anni…praticamente una vita insieme, quarantadue anni, due figli e cinque nipoti!…poi una notte di dicembre ha pensato di farmi uno scherzo , mentre di solito, ero io a fargliene… e da allora siamo in due a non parlare più!…Senta, io lo so di averla delusa…si aspettava il Pozzetto brillante , il suo attore preferito che l’ha sempre fatta piegare in due dalle risate, e invece si è ritrovato davanti più che un comico un “malincomico”…ma il fatto è che, prima che un attore,sono un uomo e oggi , stamattina, svegliandomi, ho realizzato che tra pochi giorni saranno dieci anni esatti da quando ho smesso di parlare a vanvera e mia moglie ha smesso di rimprovermi per questo…Vorrei sognarla sa?, vorrei sognare mia moglie, sarebbe un modo per rivederla…ma sono anni che non succede, che non ci riesco!…forse quando si desidera troppo una cosa, non succede…magari, se mi distraggo, prima o poi, la sogno!…Comunque: “Tovaglia a metro, taac!, sedia rotante, taac!, spaghetti pronto uso , contorno surgelato,taac!, Tonno e grissini per tagliarlo, taac, taac, taaac!…”.
“Mia moglie Brunella, mi manca ancora, anche se ho fantastici figli e nipotini. Vorrei sognarla, ma non è mai successo”. Così, l’attore, sceneggiatore e regista Renato Pozzetto, in un’intervista rilasciata di recente a “Il Corriere della Sera”, in occasione del suo ottantesimo compleanno. Nato a Milano il 14 luglio 1940, cresce a Gemonio, dove i genitori, sfollati in seguito ai bombardamenti dell’ottobre 1942, si trasferiscono. Quindi, rientrato con la famiglia nella capitale meneghina al termine della Seconda Guerra Mondiale, vi trascorre l’adolescenza, intraprendendo gli studi da geometra presso l’Istituto Tecnico Carlo Cattaneo, dove conosce Aurelio Ponzoni, detto “Cochi”, anch’esso sfollato a Gemonio, con cui condivide la passione per il varietà e lo spettacolo. I due, formata la coppia comica “Cochi e Renato”, esordiscono nel 1964 all’Osteria dell’Oca, per poi esibirsi al Cab64, insieme al “Gruppo Motore“, formato da: Enzo Jannacci,Felice Andreasi, Bruno Lauzi e Lino Toffolo. Ingaggiati dai proprietari del Derby, il noto locale milanese di cabaret, raccolgono un largo consenso di pubblico con una comicità semplice e al tempo stesso surreale e raffinata, frutto della frequentazione di artisti dell’avanguradia concettuale come Lucio Fontana e Piero Manzoni. Notati nel corso di una serata dagli autori televisivi Rai Italo Terzoli ed Enrico Vaime , nel 1968 debuttano sul piccolo schermo nella trasmissione “Quelli della domenica”, cui seguono i programmi: “Il buono e il cattivo”(1972), “Il poeta e il contadino“(1973) e “Canzonissima” (1974), nei quali, oltre a scenette e gag nonsense, presentano al pubblico canzoni, scritte in collaborazione con l’amico di sempre,Jannacci, quali: “La gallina”, “Canzone intelligente” ed “E’ la vita, la vita”.Poi, verso la metà degli anni Settanta, sciolto il sodalizio con Cochi, esordisce nel Cinema con la pellicola “Per amare Ofelia” di Flavio Mogherini, divenendo di lì a poco uno tra i protagonisti principali della commedia all’italiana. Infatti, nel ventennio Ottanta-Novanta, interpreta i film : “La poliziotta” e “Mani di fata” di Steno, “Telefoni bianchi” e “Sono fotogenico” di Dino Risi, “Oh, Serafina” di Alberto Lattuada, “Gran bollito” di Mauro Bolognini, “Di che segno sei?”, “Giallo napoletano”, “Questo e quello”e “Roba da ricchi” di Sergio Corbucci, “Mia moglie è una strega” , “Il ragazzo di campagna”, “E’ arrivato mio fratello”e “Grandi magazzini” di Castellano e Pipolo, “Nessuno è perfetto”e “Un povero ricco” di Pasquale Festa Campanile, “La casa stregata” di Bruno Corbucci, “7 chili in 7 giorni” di Luca Verdone, “Noi uomini duri” e “Anche i commercialisti hanno un anima”di Maurizio Ponzi, “Da grande” di Franco Amurri, “Casa mia casa mia…”, “Le comiche”, “Le comiche 2” , “Le nuove comiche” e “Infelici e contenti” di Neri Parenti, “Piedipiatti” di Carlo Vanzina, “Non più di uno” di Berto Pelosso, “Ricky & Barabba” di Christian De Sica, “Miracolo italiano” di Enrico Oldoini e “Mollo tutto” di José Maria Sànchez. Cimentatosi negli stessi anni con la regia, dirige le pellicole: “Io tigro , tu tigri, egli tigra”, “Saxofone”, “Il volatore di aquiloni”e “Papà dice messa“. Nel 2000, tornato a esibirsi in coppia con Cochi in vari spettacoli teatrali e televisivi, gira con quest’ultimo la serie Rai, diretta da Felice Farina, “Nebbia in ValPadana“, senza trascurare la passione per la macchina da presa( nel 2007 dirige la commedia “Un amore su misura“). Allontanatosi dalla ribalta nel dicembre del 2009, dopo la scomparsa improvvisa della moglie Brunella, sposata nel 1967 e da cui ha avuto i figli Giacomo e Francesca, è di nuovo protagonista del piccolo e del grande schermo con la miniserie Tv “Casa e bottega” di Luca Ribuoli e con il film “Ma che bella sorpresa” di Alessandro Genovesi. Doppiatore della pellicola USA “Senti chi parla adesso” di Tom Ropelewski, insieme con Monica Vitti e Paolo Villaggio, e volto di pubblicità per noti marchi, nel 2019 paretecipa alla serata finale del Festival di Sanremo esibendosi nella canzone “E la vita, la vita” con il gruppo “Lo Stato Sociale“. Vincitore dei Premi David di Donatello e Nastro d’Argento, nei giorni scorsi è stato celebrato da stampa e tv per i suoi ottant’anni. Alla vigilia del suo ritorno sul grande schermo, diretto da Pupi Avati, in un film ispirato ai romanzi di Giuseppe Sgarbi, padre del critico d’arte e politico Vittorio e dell’editrice Elisabetta Sgarbi, a un cronista che gli ha chiesto quale siano i suoi progetti per il futuro, ha risposto: “Tornare sul palcoscenico con Cochi, dove tutto è cominciato”.
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