Sab. Giu 10th, 2023

Estate 2020. Roma, Val Melaina, quartiere Tufello. In una giornata assolata di luglio,  gli abitanti della zona, radunatisi in via Giovanni Corti, sono in procinto di assistere all’inaugurazione della targa celebrativa del film di Carlo Verdone , Un sacco bello”, di cui una scena fu girata nel 1980, proprio in quella strada, all’altezza della rotatoria, con al centro, svettante, un lampione, detto: “Palo della morte”, dove il protagonista, “Enzo” (Verdone) incontrava l’amico “Sergio”(Renato Scarpa) per proporgli un viaggio in automobile dalla Capitale a Cracovia.

La folla, accalcatasi per vedere Verdone, viene ammonita a rispettare le distanze da un agente della Polizia Municipale, presente per controllare che l’evento si svolga nel rispetto delle norme anti pandemia da Covid19, virus proveniente dalla Cina, che dal mese di febbraio circola in tutta la Penisola.

Accanto a Verdone, l’attore Scarpa, intervenuto all’evento per ricordare i tempi delle riprese, viene riconosciuto da un gruppo di ammiratori che, munito di smartphone, gli chiede di scattare selfie e registrare video di saluti, quando un uomo sulla cinquantina, arrivato il suo turno, prima dello scatto, inizia un discorso.

“Noooo!, nun ce posso crede, ma te sei “Sergio”?…Anvedi che mito, oh!…che me lo faresti un autografo? Io so’ Enzo, meccanico del Tufello, piacere!, c’ho un’officina qua dietro all’incrocio,tante volte servisse!…Comunque, te, sei troppo forte!…praticamente, se può di’ che so’ cresciuto co’te!…con i tuoi film!…Io so’ del 1968!…quindi, li ho visti tutti, i tuoi film, a cominciare da “Un sacco bello”del 1980, però, lo sai qual è il mio “film della vita”?… “Ricomincio da tre” di e con Massimo Troisi…,anche se “Un sacco bello”di Verdone è un capolavoro di comicità!…Però,e lo dico da romano:”Ricomincio da tre” ,nun se batte!…”,spiega il cinquantenne.

“Sono contento!”, esclama Scarpa, continuando: “Il lavoro dell’attore è precario, pieno di insidie, e la vera soddisfazione è avere il consenso del pubblico, perché è lui a decretare il successo!…E come mai “Ricomincio da tre” è il suo film preferito?…”.

“Vedi, io da bambino, e , in parte anche oggi, ero timido, insicuro…”, si racconta l’ammiratore, “mia madre ,poi, mi voleva tutto per sé,per controllare che non mi facessi troppo male o che gli altri non me ne facessero…Insomma, so’ cresciuto con una madre ansiosa che m’ha messo sotto ‘na campana!…quindi, come potrai immaginare, so stato un ragazzino pieno di complessi…e nella mia infelicità adolescenziale, i film e la musica so’ stati la mia consolazione e la mia compagnia…Non sai quante volte ho visto “Ricomincio da tre”…perché mi identificavo con il personaggio di “Robertino”, che Troisi voleva aiutare a liberarsi dalla inibizioni e dai timori inculcatigli dalla madre!…Mi faceva sorridere e, al tempo stesso, ridevo di me, imparavo a ridere di me!…In altre parole: io ve devo ringrazia’ a te e a Massimo!…se non fosse stato per voi, che mi avete dato la forza e lo slancio per cambiare, a quest’ora, sarei come “Robertino”, imprigionato nel salotto della madre!…”.

“Eh, sono felice che lei mi riveli queste cose di sé…dimostra che il nostro mestiere è utile alle persone e che non è solo apparenza e futilità!…”, afferma l’attore, proseguendo: “Anch’io, sono molto legato al personaggio di “Robertino” e anch’io mi ci sono ritrovato, per via del mio carattere e della mia indole pacata e tranquilla, che spesso viene confusa da molti con l’ingenuità…ovvero: molti credono che sia facile da raggirare, ma non è così…Io sono stato educato al lavoro e all’impegno, senza le distrazioni del “bel mondo”…Il motto dei miei era: “Testa bassa e lavorare”!…così, sono arrivato al Teatro e dal Teatro al Cinema…”.

“Sì, hai ragione, “Robertino”!…a essere troppo buoni si è scambiati pe’ tontoloni!…”, concorda il cinquantenne,chiosando: “Ma la nostra non  è “tontoloneria”:  è educazione e gentilezza, doti rare al giorno d’oggi…anzi, lo sai  come ti ho sempre visto e come ti vedo?: come il “caratterista gentile”!…”.

Cari amici, chi ha amato “Un Sacco Bello” non potrà non esser triste per la scomparsa di Renato Scarpa per un improvviso malore. Aveva anche lavorato con Massimo Troisi in “Ricomincio da tre”, e con tanti altri registi. Affettuoso, dotato di gran talento, aveva il dono della “misura”, cosa che non tutti gli attori hanno. Fantastico compagno di lavoro, lo ringrazio ancora per esser venuto il giorno dell’inaugurazione di una targa al “Palo della morte”, in Via Giovanni Conti (zona Val Melaina) a Roma, targa che celebrava quel film. Fummo molto orgogliosi, perché non ci aspettavamo il grande bagno di folla che ci fu. Ringrazio ancora questo caro amico che mi ha aiutato nella mia opera prima con garbo, affetto e talento. Persone così umili e gentili nel loro grande talento non ci sono più. Resterà sempre nei miei più bei ricordi. E credo anche, se avete amato quella pellicola, nella vostra memoria”. Così, l’attore, regista, sceneggiatore e scrittore Carlo Verdone, in un post pubblicato su Facebook, ha ricordato il collega Renato Scarpa, “caratterista” in una delle sue pellicole: “Un sacco bello”,del 1980, scomparso qualche settimana fa.

Nato a Milano il 14 settembre 1939, dopo aver interrotto gli studi universitari intrapresi presso la facoltà  di Architettura, si dedica alla sua passione per la recitazione, debuttando  sul palcoscenico del Teatro Gerolamo in piccoli ruoli.

Trasferitosi successivamente a Roma, passata la selezione, entra al Centro Sperimentale di Cinematografia, dove studia nel corso per attori. Quindi, nel 1968, esordisce come “caratterista” nelle pellicole dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani,Sotto il segno dello scorpione”, e “San Michele aveva un gallo”, cui seguono, fra il 1971 e il 1977, i film: “Nel nome del padre” di Marco Bellocchio,  “A Venezia …un dicembre  rosso shocking (Don’t Look Now)” di Nicolas Roeg,Giordano Bruno” di Giuliano Montaldo, “E’ cominciò il viaggio nella vertigine” di Toni Di Gregorio , “Anno uno” di Roberto Rossellini, “Suspiria” di Dario Argento, “Un borghese piccolo piccolo” di Mario Monicelli, “Il mostro” di Luigi Zampa e “Al di là del bene e del male” di Liliana Cavani .

Versatile, capace di passare dal registro drammatico a quello comico e ai generi Horror-Thriller e Western-avventuroso, verso la fine degli anni Settanta e la prima metà dei Novanta,  interpreta una serie di personaggi “brillanti” nelle commedie: “Un sacco bello” di e con Carlo Verdone, in cui veste i panni di “Sergio”,l’amico ipocondriaco, convinto dal “coatto”,“Enzo”, a un viaggio in automobile verso Cracovia e “Ricomincio da tre” di e con Massimo Troisi, in cui è “Robertino”, ragazzo timido e introverso che, in una scena diventata iconica nella storia del cinema, “Gaetano”(Troisi) esorta ad emanciparsi.

Nel 1984 , poi, l’incontro con lo scrittore, sceneggiatore, attore e regista Luciano De Crescenzo che lo dirige nella pellicola, ormai un cult, tratta dal suo best-seller omonimo “Così parlò Bellavista”, nella quale recita il ruolo del “Dottor Cazzaniga”, trasferitosi a Napoli per lavoro, le cui diversità si scontrano con la varia umanità della città e con il condomino, il Professor “Bellavista”, docente di Filosofia in pensione,  nel seguito di quest’ultima, “Il mistero di Bellavista”, girato nel 1985 e nel film ad episodi  “32 dicembre”,proiettato nelle sale nel 1988, in cui veste i panni di “Oscar”, figlio di Carlotta (Caterina Boratto), mamma sessantacinquenne ancora appassionata della vita e innamorata del coetaneo “Ferruccio” con cui fugge, complice la nipote “Mimma” (Vanessa Gravina), facendo preoccupare tutta la famiglia.

Nel decennio Novanta, invece, alterna, la partecipazione a pellicole dalla comicità surreale, come “Ladri di saponette” e “Volere Volare”, dirette da Maurizio Nichetti a quelle in  film d’autore e dal respiro internazionale, quali: “Sud” di Gabriele Salvatores, “Il Postino” di e con Massimo Troisi e con la regia di Michael Radford, tratto dal romanzo “Il Postino di Neruda” di Antonio Skarmeta, “Croce e delizia”, diretto ancora una volta da Luciano De Crescenzo e “Il talento di Mr. Ripley” di Anthony Minghella.

Cimentatosi sin dagli anni Settanta  anche nella serialità televisiva ( “Aggressione  nella notte” di Alfonso Sastre , con la regia di Pino Passalacqua, “Cuore” di Luigi Comencini, “Amico mio” di Paolo Poeti, “Il Conte di Montecristo”di Josée Dayan e Il commissario Montalbano-“Il ladro di merendine”, diretto da Alberto Sironi e desunto da uno dei racconti del ciclo di romanzi omonimi scritti da Andrea Camilleri) anche nel Duemila dimostra le sue capacità di interprete unico di caratteri”” nelle pellicole: “The Tourist” di Florian Henckel von Donnersmarck, “Habemus Papam” di Nanni Moretti, in cui interpreta il “Cardinale Decano Gregori”, ottenendo una candidatura come miglior attore non protagonista al David di Donatello, “Mia madre”, sempre di Moretti, “Sweet Democracy” di Michele Diomà e “Una storia senza nome”di Roberto Andò.

Non trascurata la fiction, fra il 2012 e il 2013, partecipa alle serie Rai:Questo nostro amore” di Luca Ribuoli,Trilussa -Storia d’amore e di poesia” di Lodovico Gasperini, e “L’ultimo Papa re” di Luca Manfredi, regalando al pubblico un’ultima interpretazione nella pellicola “Domani è un altro giorno” di Simone Spada.

Apparso di recente nella fiction di Rai Due ,“Rocco Schiavone”, tratta dalle opere letterarie di Antonio Manzini, incentrate sul personaggio immaginario di un poliziotto burbero e irascibile, diretta da Simone Spada, è morto improvvisamente, all’età di ottantadue anni, il 30 dicembre scorso, per via di un malore, nella sua abitazione romana, nel quartiere di Monteverde.

Di sé , del rapporto con Massimo Troisi e  delle sua interpretazione nel primo film di quest’ultimo “Ricomincio da tre”, aveva raccontato: “Non feci altro che attingere dalla mia autobiografia di figlio unico di madre vedova e orfano di guerra e nacque il personaggio di “Robertino”, che mi fece sentire per la prima volta celebre. Lavorare con Massimo è stata una grande fortuna. E’ stato un dono per me potergli stare accanto, lo considero un regalo che mi ha fatto la vita. Massimo era un autentico professionista, ma prima di tutto un uomo dallo sguardo trasparente. Ebbi subito per lui una grandissima simpatia, ci intendemmo immediatamente”.