Una emergenza che riguarda direttamente l’Italia che è un Paese che importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 53% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame. L’Italia produce ogni anno intorno agli otto milioni di tonnellate di frumento. La maggiore area d’Italia in termini di produzione di grano è la provincia di Foggia, nota come il Granaio d’Italia. Il grano è coltivato anche in alcune zone collinari: valle Staffora in Oltrepò pavese, basso Monferrato, colline tortonesi e dell’Acquese, valle Cerrina e alcune zone dell’Astigiano. Ma tutta l’Italia potrebbe produrre il fabbisogno totale di grano, mais e girasole, ma non avviene. A partire dalle regioni meridionali: Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Regioni che hanno un clima a favore tutto l’anno.
Ci sono enormi distese di terreni incolti che potrebbero essere usati per la coltivazione di grano, mais e girasole. In Italia ci sono 3,5 milioni di ettari di terreni inattivi, che potrebbero essere riconvertiti per la coltivazione di grano, mais e girasole, rendendo l’Italia del tutto autonoma in merito. L’Italia è il paese che più di tutti ha il beneficio di un clima adatto a quasi tutte le coltivazioni. Perché non si è mai approfittato?
Il problema non è il terreno, ma solo le scelte politiche che continuano a intimorire chi vorrebbe investire in tal senso. Sono le scelte politiche che hanno reso difficile coltivare ciò che ci può servire per il nostro fabbisogno interno. Quindi è lo stato che deve intervenire bloccando quella filiera lunga che impedisce ai coltivatori di vendere il grano a buon prezzo. Dovrebbe essere lo stesso stato ad acquistare il grano o magari azzerare tutte le tasse su queste tre coltivazioni. Gli strumenti ci sono ma non si adottano, e noi rischiamo di rimanere senza solo perché la politica non interviene. L’Italia ha bisogno di rendersi autonoma, per farlo ci vogliono nuove norme che incentivano e non penalizzano. L’agricoltura negli ultimi anni è diventata attrattiva anche per i giovani, quindi può essere uno stimolo in più per invogliare i giovani a dirottare l’interesse su grano, mais e girasole.