È stato lui l’artefice della nascita del governo giallorosso, ma poche settimane dopo ha lasciato il PD per costruirsi il suo partito personale. Matteo Renzi continua a fare una certa politica che tanto non piace agli italiani. Forse anche per questo non riesce ad alzare la testa nei sondaggi. Il suo Italia Viva a malapena supera il quattro per cento.
Il problema sta nel fatto che Renzi ogni giorno se ne esce con una invettiva contro se stesso, poiché anche lui è forza di governo, ma poi alla fine accetta tutto e china la testa. È diventato schiavo del M5S.
Renzi dalle pagine di Repubblica lancia alla maggioranza giallorossa un messaggio che sembra un ultimatum: “Per me la legislatura deve andare a scadenza naturale. E deve eleggere nel 2022 il presidente della Repubblica. Ma senza aumentare le tasse o fare norme populiste, giudiziarie o economiche. Al 2023 arriveremo con le nostre idee, non grillizzati. Non saremo mai la sesta stella di Beppe, non ci iscriveremo alla piattaforma Rousseau”.
Però sembra proprio il contrario, poiché ogni giorno Renzi conquista una stella accettando le leggi del M5S. C’è da scommettere che Renzi su leggi come la prescrizione e revoca delle concessioni si allinei alla posizione del M5s. D’altronde non è la prima volta che Renzi si ferma alla minaccia nei confronti della sua maggioranza, ma alla fine diventa agnellino e quello che ha detto finisce nel cestino.